Sono mesi che dico certe cose e vengo bollato come il vecchio. Per tanti sono uno di quelli che non ha capito che cos’è la modernità. Le regole per i più ingessano e bloccano lo sviluppo. (Semmai bloccano il cemento selvaggio!) Che il progresso è diverso dalle visioni di un comunista che ha perso. Finalmente trovo parole di conforto che mi riempiono. Ieri nella sala del consiglio provinciale di Napoli si è tenuta un’assemblea che come segreteria di Sel abbiamo organizzato. Per motivi di salute non mi è stato possibile essere presente. Ciò nonostante ho seguito da casa telefonando ai compagni per capire di che tenore è stata la discussione. «Bagnoli? Una catastrofe. La cultura di questa città è affetta da horror vacui, non può immaginare che si realizzi qualcosa che non sia asfalto e cemento. Quando leggo che esimi economisti scrivono che Napoli non può consentirsi un parco da 120 ettari (quanto Villa Borghese a Roma)nell’ex area industriale capisco bene perché la riqualificazione del sito sia ancora in alto mare». Queste le parole di uno tra i più grandi urbanisti italiani Vezio de Lucia padre del piano regolatore di Napoli. Mi basta leggere queste parole per trovare conforto. Un po’ di vento fresco in un paese caldo, in una città che è metafora di una nazione che stenta a ragionare!
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