Ho ricevuto questa notta una mail da Flavia Fedele, ha letto il libro che ho scritto a quattro mani con il mio fraterno amico Carmine Spera. Una bella recensione di E’ sempre la stessa storia che voglio condividere con voi:
Mi è bastata poco più di un’ora per leggere il libro. Un libro divertente, ironico, interessante; dalla scrittura semplice, lineare, diretta. Sicuramente un libro diverso (almeno da quelli a cui sono abituata) e, tuttavia, sorprendentemente piacevole. Un libro apparentemente poco pretenzioso ma, in realtà, socialmente impegnato perchè impegnati sono i temi trattati, seppur con semplicità e comicità uniche. Fotografia di un mondo che crediamo parallelo, lontano ma così incredibilmente vicino. Marco e Giovanni sono tanti dei ragazzi che popolano la nostra città, non tutti ma tanti. Sono i genitori del domani, ma cosa insegneranno ai loro figli? Che bisogna farsi furbi, che “l’amore” di una donna si ottiene pagandolo, che il proprio tornaconto è anche più importante dell’amicizia o che a sbagliare non è il ladro, ma il derubato che ostenta i suoi beni? Marco e Giovanni vengono da una realtà difficile, dove a diciassette anni se non spacci o rubi non sei ben visto, non sei “uomo”. Eppure, mio padre sostiene che non basti una vita per diventarlo davvero.. Una realtà abbandonata a se stessa da chi ci vive, da chi ne è a conoscenza e la ignora, da chi la governa.. “Dove lo Stato fa a nascondino con l’Antistato” che, poi, è la stessa cosa.. Una realtà che fa orrore e paura. Maria, un po’ come la signora Assunta, a sua volta, rappresenta l’altra faccia della medaglia, quella di una società ancora all’antica, gretta, ignorante, della donna chiusa in casa a far pulizie, che “si fa i fatti suoi” perchè qui da noi nessuno sa, vede e sente niente. Poi c’è Pamela e il grave problema della prostituzione teoricamente illegale ma, praticamente, aperta a tutti, persino ai ragazzini. Infine, il furbastro Portobello di cui la sorte si prende gioco, e Carmine “o’ tedesco”.. La vita come una ruota, dove tutti agiscono e tutti subiscono. Un boomerang. Insomma, una carrellata di personaggi caratteristici e unici al tempo stesso, luoghi comuni, linguaggio informale, colloquiale, espressioni dialettali.. Ecco gli ingredienti che lo rendono davvero un buon libro! Qui si racconta Napoli, quella “Napoli del sottobosco” che si cela all’ombra del Vesuvio ma che non si può più trascurare. Finale inaspettato e simpatico, ti lascia con un grande sorriso. Sorriso che, tuttavia, si fa, a poco a poco, sempre più amaro.. Complimenti!
Flavia Fedele
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