Il Vesuvio non ce l’ha fatta: cos’altro ci aspettavamo? Il vulcano è stato escluso dalla lista delle Sette Meraviglie del Mondo, una storia già scritta. Scritta dall’uomo, scritta dal cemento abusivo e di stato, scritto dalla munnezza illegale e legale, scritta dal nuovo piano caso che prevede abbattimento e ricostruzione etc etc. Cà nisciune è fesso mi vien da dire e non solo per il fatto che l’Italia non ha aiutato con il proprio voto, bensì per quello che hanno fatto al Vesuvio, a questa terra. L’epilogo di un qualche cosa che era stato già scritto. L’Italia non ci ha sostenuti, vero ma non solo nel concorso! Sono anni che questa terra viene maltrattata. Hanne misa ‘a munnezza pure dinte ‘a vocca do’ gigante! Starno a dirsi, strano anche a pensarsi, ma il Vesuvio, l’antico Vesevus decantato da Plinio è diventato una discarica. Lì dove c’era il Parco Nazionale, lì dove c’era la Lacrima Cristy,, lì dove c’era la crisommola, lì dove c’era il pomodorino do’ piennelo ‘nce sta’ a munnezza. C’è crisi, una crisi cronica e in barba alle norme di tutela di un’area protetta per la presenza del parco o’ Vesuvio deve “risolvere” il problema. Che importa se il territorio vive di terra. Che importa se c’è un’economia che si regge sui prodotti tipici, quelli oggi tanto in voga: i Km zero. Che importa se per anni in quel cratere la camorra ha gestito per venti anni discariche abusive inquinando le falde acquifere e gli animi dei vesuviani. Sembra di rivedere il film del regista Daniele Lucchetti: “Arriva la Bufera”… quello con Diego Abatantuono, Silvio Orlando e Margherita Buy. Il luogo è diverso: la Sicilia. Il contesto lo stesso: una discarica in un vulcano. L’epilogo? Staremo a vedere. Sta di fatto che nel film la montagna si svegliò e non la lava, ma la munnezza coprì il piccolo paese alle falde del cratere. Cosa ci aspettavamo? Ah si se scete!
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