Tutta Colpa di Berlinguer, una fotografia appassionata, malinconica, ricca di sfumature. In questo bel libro c’è la passione di un mondo, dei giovani di un tempo che fu, un quadro d’autore di speranze e voglia di fare, di dire, insomma un ritratto ben fatto, che appassiona, che invita a riflettere. In Tutta colpa di Berlinguer c’è un paese vivo che ancora credeva nei partiti e nell’utilità della politica. La fiction letteraria fotografa una generazione, quella di chi è nato negli anni sessanta, in pieno boom economico, in un paese che cercava di coniugare progresso e diritti. Tutta Colpa di Berlinguer è il ritratto di un mondo che vedeva nella politica lo strumento per cambiare il mondo. Un romanzo bello e oserei dire fondamentale per chi come me è cresciuto con pane e politica. Un romanzo storico che ci aiuta a capire da dove siamo partiti e dove siamo arrivati. Una bella lingua quella usata da Francesco Serra di Cassano immediata, diretta, appassionata. Un tuffo nel nostro passato recente dalla morte di Berlinguer, al referendum sul divorzio, ai fatti del Cile che cambiarono anche l’Italia, al sequestro Moro, la bomba di Bologna, il terremoto dell’Irpinia, la guerra del Golfo, piazza Tienanmen, il muro di Berlino. In questo appassionato scritto, la storia si intreccia con la vita di Lupo e di suo cugino Sergio tra i primi amori, la passione della politica. Un mondo in cui si leggeva Pasolini, si studiava Marx. Tutta Colpa di Berlinguer fotografa un mondo dove c’era la prospettiva di un futuro migliore, c’era il sogno. In questo libro Francesco Serra di Cassano delinea attraverso la vita dei due protagonisti una generazione che ancora credeva, sognava, costruiva quotidianamente un mondo diverso, migliore. Sullo sfondo Gramsci, Togliatti, Longo, Berlinguer, la sinistra, un partito comunista in un paese non comunista, poi la morte dell’ultimo grande leader del Pci. I funerali, una moltitudine di persone, un pianto collettivo metafora di una constatazione amara e vera: “Con Berlinguer tante cose se ne erano andate per sempre, ma non quella voglia di giustizia e quel bisogno di sentirmi partecipe della vita che ormai facevano parte del mio DNA”. Un libro che vi consiglio.
Leave a Reply