Castelvolturno storie sbagliate, storie di marginalità, storie di bianchi contro neri, di neri contro bianchi, dove non si comprende fino in fondo chi è più nero, incazzato, arrabbiato, deluso. Deluso da questa indifferenza che si trasforma in rabbia, che diventa oggetto nazionale quando ci scappa il morto o giù di lì Castelvolturno terra di lavoro dove l’esasperazione mette tutti contro tutto. E già a dividerci su chi sia il buono e chi il cattivo come negli spaghetti western all’italiana. La nostra mente è così, vogliamo schierarci da una parte o dall’altra, come in una partita di calcio. Qui la storia è più complessa, non ci sono buoni e cattivi come nei film, qui c’è una guerra che dura da troppi anni, una guerra senza invasore, una guerra dovuta ad una indifferenza cronica. Castelvolturno Africa italiana, come l’Africa abbandonata al suo triste destino. Qui dove lo stato non c’è, qui dove solo oggi ci si chiede ch’è Stato? È Stato che qui da troppi anni manco lo Stato. Libero arbitrio per un territorio, per intere famiglie. È una guerra incivile, l’uno contro l’altro e l’altro contro l’uno. Qui la triste storia di Jerry Masslo, della strage di San Gennaro quella dei sei ghanesi innocenti massacrati da ‘o cecate, Giuseppe Setola, che qui vide bene! Castelvolturno cemento e prostituzione, sacco e dignità, Castelvolturno terra ‘e nisciune! Quella che doveva essere la Las Vegas napoletana è diventata l’Africa italiana, territorio ferito dall’indifferenza. Ieri tensione, due cortei uno contro l’altro, bianchi contro neri a causa di spari, di sangue che genera rabbia, macchine bruciate, case devastate. Due ragazzi gambizzati rabbia che genera rabbia. Oggi il nostro voyerismo morboso ci porta ad entrare in quella storia e domani? Soli al loro triste destino bianchi contro neri: e così sia!
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