Take five un film che consiglio
Ieri ho visto Take Five, lo confesso sono andato per Peppe Lanzetta, bravissimo in questa pellicola, ma devo essere sincero il film è proprio bello, sono uscito dalla sala soddisfatto. Take Five è una bella pellicola di Guido Lombardi con un cast di tutto rispetto: Peppe Lanzetta, Salvatore Striano, Salvatore Ruocco, Carmine Paternoster, Gaetano Di Vaio, Gianfranco Gallo, Esther Elisha, Antonio Pennarella, Antonio Buonomo. Una grande fotografia, una splendida colonna sonora, cinque attori protagonisti straordinari, il sorriso di un bambino che vuole giocare a carte e che alla fine tra una sparatoria e l’altra dopo un pianto di paura e disperazione scoprirà così presto il mondo. Un film che segue la scia dei grandi Thriller polizieschi abbiamo amato, una via di mezzo tra I soliti ignoti e Pulp fiction. Take five s’ispira al jazz di Dave Brubeck, dove tutto sembra calzare a pennello. Un film che nonostante il basso budget rientra a pieno titolo nel solco del film di genere che abbiamo imparato ad apprezzare grazie a registi come Quentin Tarantino. Un trana complessa e intricata che apre il sipario a una gang squinternata, arrepezzato come si dice a Napoli che svela un mondo complesso con un realismo da far invidia ai grandi registi. La seconda opera di Guido Lombardo che si dimostra un bravo il regista. Tra il grottesco e il surreale quotidiano di una vita di espedienti, borderline, in una città abitata da diavoli con un’intensità di riprese e di recitazione che colpiscono nel segno. Un giovane idraulico, che ha un grosso debito a causa del gioco con un reggipanza dei quartieri, ripara la perdita d’acqua nel caveau di una banca. Una goccia d’acqua proveniente dalle fogne napoletane e un’idea: organizzare proprio lì una clamorosa rapina. Intorno a lui si costituisce la squadra, formata da un gangster depresso, un ricettatore, un pugile suonato e un ex rapinatore che ora fa il fotografo. Ma niente è destinato a funzionare come dovrebbe, e i cinque solisti non riescono ad armonizzarsi come una band. Ottima trama, bravi gli attori, sublime Peppe Lanzetta. Chi leggi i miei scritti conosce la venerazione che ho nei confronti dello scrittore napoletano, ma questo mio giudizio non è da fan, da amico, da estimatore. Peppe Lanzetta si è proprio superato, ‘o Sciomen, questo il nome di uno dei protagonisti del bel film di Guido Lombardo, interpretato dal drammaturgo napoletano sembra un vestito fatto da un grande sarto e il padre di Figli di un Bronx minore lo veste in modo decisamente divino. Un pazzo lucido folle che solo Lanzetta poteva interpretare in questo modo. In questi giorni è uscito anche uno splendido libro di Lanzetta con la casa editrice Cento autori con un titolo che è tutto un programma: Il cavallo di Ritorno. La prima indagine del commissario Peppenella.
Non vi resta che andare al cinema e leggere il libro.
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