Le persone perbene come Petru Birlandeanedu, morto ammazzato dalla camorra, pur non essendo assolutamente un camorrista, non si dimenticano mai. Perché mai si possono dimenticare. Lasciano il segno e non solo per i familiari…
E’ la guerra fra i Sarno-Ricci e i Mariano. Entrano nella stazione di Montesanto della Sepsa e sparano all’impazzata con mitragliette. Nel mirino, però, finisce un musicista romeno che si guadagna da vivere suonando la fisarmonica sui treni. Si chiama Petru Birlandeanedu, colpito alla gamba e al torace mentre cerca riparo, con la moglie Mirela, fra il fuggi fuggi generale. 30 minuti di agonia, di dolorosa e lunga agonia, assistito dalla moglie, che chiede aiuto a tutti i presenti. Ma nessuno, dicasi nessuno, l’aiuta! Come se fosse invisibile lei e il marito… Per lo Stato lo sono. E lo sono anche per i Napoletani, una volta riconosciuti come quelli dal “Cuore d’Oro”… Vicino ai due passano in tanti, tantissimi: chi parla al cellulare, chi ascolta musica, chi guarda verso il treno da prendere, chi guarda proprio loro ma non rallenta per nulla. Anzi, in molti iniziano quasi a correre. Pur di non sporcarsi le mani, pur di non immischiarsi… E così Petru muore!
Nella Stazione di Montesanto, in una teca, è esposta la fisarmonica di Petru Birlandeanedu che, partito dal suo Paese, ha trovato la morte in un Paese che si definisce “Cattolico”, “Democratico”, “Sociale”.
Mi domando: Chi l’osserva a cosa pensa? Quanti sono coloro che ricordano Petru? Cosa si è fatto per evitare altri avvenimenti simili?
Io non lo so. Ma quando inizio il mio turno di lavoro in quel luogo non posso non ricordare Petru, non posso non ricordarlo con una preghiera. Che mi nasce dal cuore. Un Cuore di Napoletano ferito dall’imbarbarimento di una Città sempre più simile a quelle “anarchiche” dell’America Latina o dell’Africa Centrale.
* Mercoledì 12 Novembre 2014 – ore 15,00 circa – “Omaggio” a Petru di Tonino, Emilio, Roberto, Franco e Dario – prossimamente su questo Sito…