“Avrò cura di te”, è un gran bel romanzo sull’amore scritto da una coppia letteraria di tutto rispetto: Massimo Gramellini e Chiara Gamberale. Un bel connubio, per un bel libro. È la prima volta che leggo un libro di Gramellini, lo stimo come giornalista, non mi ero mai cimentato con un suo romanzo, una gran bella scoperta. È facile capire qual è la parte scritta da Gramellini, non solo perché sono i due autori a scriverlo nel testo appena letto: Giò è Chiara Gamberale, Filèmone è Massimo Gramellini. In questo romanzo epistolare, la forza, lo stile inconfondibile dei due autori, emerge con un vigore dirompente. Giò è una professoressa, Filèmone è il suo angelo custode. È il giorno degli innamorati, il 14 febbraio, Giò è nella casa dei nonni, è stata lasciata dal marito Leonardo. Sta male, in quella casa tanti, mille ricordi di un’infanzia vissuta. La nostra protagonista apre il cassetto del comodino, un messaggio che sa di antico, un messaggio scritto da un angelo, il suo angelo. Giò è alle prese con i suoi perché, con i suoi per come e scrive al suo angelo custode. Giò non è matta, è innamorata e si sa la magia dell’amore rende un po’ matti tutti! Il fatto strano non è questa sua lettera all’angelo, il fatto assurdo è la risposta. Questa la cosa più bella, strana e magica di questo libro: Filèmone, l’angelo custode, risponde. Detta così può sembrare il classico libro di fantasia una raccolta di lettere tra una donna e il suo angelo custode, un libro surreale penserete, poco a che fare con la realtà. Qui vi sbagliate. Il libro è reale e come! Filèmone non è un angelo qualunque. Provoca, stuzzica, scava, fa riflettere e lo fa in modo serio, concreto, riflessivo. Giò è ancora innamorata del marito Leonardo, che per dimenticare ciò che è accaduto(dovete leggere il libro non vi racconterò la storia) inizia a frequentare “una così”. Come in tutte le storie, quando hai perso la persona che ami, ti accorgi che quella era la cosa più importante della tua vita, senza la quale che vita è? Anche a Giò accade questo, per fortuna c’è Filèmone che risponde alle sue lettere. Un libro ricco di colpi di scena, che mette in discussione tutte le certezze della professoressa innamorata. Un buon libro per chi è in crisi e ha bisogno non solo di una spalla forte, ma di una persona che ti invita a ragionare, a riflettere, a riprendere te stesso. Prima di pensare agli altri, ad altra storia, devi pensare a te, devi amare te stesso. Può sembrare una frase fatta, ma non è così per noi e nemmeno per Giò. Filèmone è bravo, riesce non solo a colmare i vuoti di Giò, ma le rivela in modo delicato la giusta strada da imboccare. Una bella scrittura, fluida, immediata, romantica e riflessiva. Ciò che ho notato nel leggere questo libro è che i due autori si sono divertiti un sacco. Secondo me, dopo aver buttato giù una sorta di menabò della storia, i due si sono scritti sul serio e a distanza. Ognuno ha provato ad esternare il suo io, provando ad immedesimarsi nell’altro. Non so se questa sia la verità vera, mi interessa poco conoscerla, voglio vivere questo libro in questo modo, ho voglia di immaginare che sia andata così: e così sia! Ognuno da un libro prende quel che vuole. I libri son belli anche per questo. Avrò cura di te può essere definito come un libro sul caos dei sentimenti moderni, una matassa ingarbugliata dov’è difficile provare a capire, riannodare i fili di un amore che si attorciglia con la frenesia del mondo che ci circonda. Un libro che non cade mai nella retorica, quella leggerezza che aleggia in queste lettere, rende accattivante e appassionante una bella storia che mi ha preso, mi è entrata. Ho da sempre apprezzato Chiara Gamberale fin dai tempi di Una Vita sottile, Gramellini? una scoperta. Bella la scrittura di Chiara…come sempre, riflessivo Filèmone-Gramellini…passerò a leggere anche i suoi libri dopo gli articoli sulla Stampa. Il viaggio in questo libro, come in gran parte della letteratura, diventa il fulcro per voltare pagina…ma non voglio dirvi altro non vi resta che leggere questa bella storia, questo bel libro sull’amore che fa bene a chi vive nell’amore e per l’amore. A me è servito.
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