«Se vieni con me al Colle della Nasca ti pago». Il colle della Nasca, il sogno, il viaggio da fare insieme al figlio, il leitmotiv che accompagna il lettore in questo bel libro di Michele Serra. Si è disposti a far tutto, anche di pagare il figlio per fare una cosa insieme. Chi non si è trovato in una situazione del genere, forse non osando dire: ti pago, ma quasi. Solo il padre e il figlio, un modo per parlare, per dirsi tutto, in una vita quotidiana fatta di cose non dette, di gesti, anch’io ho un sogno nel cassetto, fare il Cammino di Santiago con i miei figli, chissà, forse, un giorno, ma questa è un’altra storia. «Di’ la verità, tu muori dalla voglia di venire con me al Colle della Nasca. Ma pur di non darmi soddisfazione ti ostini a fingere di non averne voglia». Una lunga lettera di un padre al figlio, che, come tutti i ragazzi, fa tutt’uno con il divano, il letto, sdraiato appunto, plurale, per definire una generazione, quella dei giovani di oggi, ma anche di ieri, di sempre, ma con molte differenze. Gli Sdraiati ovvero l’impossibilità per i figli di comprendere i genitori, e viceversa. Un bel linguaggio, una bella scrittura, un libro che si divora. In questo testo il dilemma, il cruccio di ogni genitore: non riuscire a dialogare con la prole. Un breve romanzo minuzioso e circostanziato sulla condizione di padre, dell’essere padre. Uno scritto dal quale traspare la distanza dello scrittore da una generazione che non riesce a comprendere pur consapevole che la stessa è sua, nostra creatura. Diverso dagli scritti dell’autore dell’”Amaca” quotidiana. Stessa ironia, stessa forza della satira, ma una tenerezza unica che si alterna a momenti struggenti. Grande ruolo quello della nostalgia anch’essa protagonista, così come la scrittura pura e ilare che lascia incollati alle pagine. Il dialogo riportato è a volte reale, a volte esiste solo nella testa dell’autore, per descrivere quello che accade da sempre ovvero figli che non amano che i genitori vogliano limitare la loro indipendenza, padri non amano essere scalzati dai figli. Gli sdraiati può essere definito come un viaggio nel mondo di quei ragazzi non ancora adulti in conflitto permanente con i genitori, un mondo visto da un genitore tra humour, senso d’impotenza e tenerezza. Solito conflitto? Quello che tutti hanno vissuto da ragazzi e oggi rivivono da genitori? No, quel mondo oramai è finito: non ci sono ideologie, né rabbia, lotta o rivolta, ci si sdraia appunto e si aspetta. Un libro che consiglio.
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