Se chi mi legge lo trova in qualche (buona) libreria, lo acquisti subito: ne vale veramente la pena…
E’ la storia di Francesco Guccini dal 1957 al 2010, con foto, locandine ed interviste, fra le altre, a Caterina Caselli Sugar, Claudio Lolli, Piergiuseppe Caporale. Il tutto per raccontare un Artista (cantautore, compositore, scrittore ed attore) nato a Modena il 14 giugno 1940, la città che ha dato i natali anche a Maurizio Vandelli (della “Equipe 84”) e Beppe Carletti (dei “Nomadi”).
È ritenuto uno degli esponenti di spicco della scuola dei cantautori italiani; i testi dei suoi brani vengono spesso assimilati a componimenti poetici, denotando una familiarità con l’uso del verso tale da costituire materia di insegnamento nelle scuole come esempio di poeta contemporaneo. Oltre all’apprezzamento della critica, Guccini riscontra un vasto seguito popolare, venendo considerato da alcuni il cantautore “simbolo”, a cavallo di tre generazioni, fra poco quattro…
La sua risaputa vicinanza alla sinistra italiana è stata in più occasioni ripresa dalla stampa in maniera più o meno critica. Lo stesso Guccini esprimerà, nella celebre ” L’avvelenata”, il suo pensiero sui rapporti tra le canzoni e l’azione politica:
« Però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia »
( da “L’avvelenata”)
Nei suoi testi, la presa di posizione politica emerge nelle seguenti canzoni: “La locomotiva” (che è allo stesso tempo un racconto storico), “Primavera di Praga” del 1969 (che è una critica dell’occupazione militare sovietica in Cecoslovacchia dell’anno precedente), “Piccola storia ignobile” del 1976 (canzone a favore della legge sull’aborto), “Nostra signora dell’ipocrisia” del 1993, ” Canzone per Silvia” del 1993 (dedicata a Silvia Baraldini), “Don Chisciotte” del 2000, ” Stagioni” del 2000, ” Canzone per il Che” del 2004 (dedicate entrambe a Che Guevara), ” Piazza Alimonda” del 2004 (dedicata agli eventi del G8 di Genova), ” Il testamento di un pagliaccio” del 2012, “Su in collina” del 2012 (dedicata ai partigiani ).
Nel libro si parla molto dei concerti di Francesco Guccini che durano anche oltre 3 ore, in quanto al barbuto cantautore modenese piace molto parlare con il pubblico, con gran parte del quale si intrattiene al termine in modo semplice e frugale con vino, prosciutto crudo, salame, pane, formaggio emiliano, grana padano. Sul palco ne ha per tutti: da Bossi a Berlusconi, dalla Lega Nord a Emilio Fede… Alcune canzoni vengono cantate a squarciagola dai presenti al punto che gli stessi musicisti sul palco non riescono a sentire i propri… strumenti: vale per “La locomotiva”, “Canzone per un’amica”, “Dio è morto”.
Francesco Guccini ha scritto, fra l’altro, “Auschwitz”, “Noi non ci saremo”, “E’ dall’amore che nasce l’uomo”, “Per fare un uomo”, “Eskimo”.
Nel libro non manca la storia dell’unica stroncatura che ha ricevuto Francesco Guccini nella sua gloriosa carriera: quella di Riccardo Bertoncelli con “Stanze di vita quotidiana”, che verrà rintuzzato dal nostro con la canzone più famosa del repertorio gucciniano, ovverossia “L’avvelenata”.
Sono citate anche tutte le collaborazioni musicali, letterarie, fumettistiche e cinematografiche: sono veramente tante…
In definitiva, un gran bel libro su un gran bell’Artista…
CLAUDIO SASSI – ODOARDO SEMELLINI
“Francesco Guccini in concerto”
Giunti
€ 16,50
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