Francesco D’Adamo, milanese, è autore di “noir” metropolitani, che potrebbero essere riferiti alla periferia romana o a quella napoletana, a quella barese o a quella palermitana… Parole chiare, dure, fredde per raccontare la storia di Leo, un teppista dell’hinterland milanese, appena uscito dal carcere minorile.
Il protagonista di questo libro di 116 pagine è convinto che il mondo si divida in fessi, come suo padre che si è rovinato la salute in fabbrica, e in dritti, che riescono a procurarsi soldi molto facilmente. Quando un cosiddetto “signore per bene” (della Milano che produce!) gli offre lavoro come sorvegliante in una squallida fabbrichetta che sfrutta gli immigrati del Nord-Est, Leo non ha dubbi: accetta il lavoro perché gli immigrati non gli piacciono…
Al suo fianco c’è Maristella, testarda e determinata a voler cambiare la sua vita vissuta bordeline…
La storia, in fin dei conti, è una presa di coscienza di Leo, anche grazie alla costante forte presenza di Maristella.
“La scuola non serve a niente. E’ fuori che si impara come si sta al mondo” è ciò che ha sempre pensato Leo: per questo motivo, vedere Maristella che la sera studia gli fa un effetto strano…
Nei quattordici capitoli del libro la “crescita” di Leo è percepita dal lettore, che, certamente, non si aspetta la conclusione della storia.
Assolutamente leggibile, in quanto è un libro che serve “per varcare definitivamente la frontiera con l’età adulta” (questa è la motivazione della casa editrice), che fa pensare a tutti i ragazzi manovrati dalla malavita organizzata che auspicano solo potere e soldi e che, poi, si ritrovano in gattabuia, al cimitero o a vivere in bunker sotterranei…
FRANCESCO D’ADAMO
Edizioni EL Frontiere
€ 8,90
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