Il parroco don Camillo è un personaggio letterario creato dallo scrittore Giovannino Guareschi, opposto al “nemico” (ma non troppo…) Peppone, sindaco comunista.
Nelle elaborazioni cinematografiche don Camillo, interpretato da Fernandel, è il curato di Brescello; Peppone, Gino Cervi, è Giuseppe Bottazzi, a capo di un agguerrito seguito rosso schierato contro le “truppe clericali”.
Don Camillo, in pratica, è la sintesi delle vite di tre sacerdoti realmente vissuti: don Camillo Valota, don Ottorino Davighi, don Giovanni Bernini.
Peppone, invece, non è altro che la trasposizione cinematografica di eletti a primi cittadini del fortissimo Partito Comunista Italiano dell’epoca.
Cinque sono stati i film girati sulla diatriba Don Camillo vs Peppone, fra il 1952 e il 1965: nonostante sia passato tutto questo tempo, risultano ancora gradevolissimi, tanto è vero che le emittenti televisive nazionali e locali continuano a trasmetterli.
Una sorta di remake di “guareschiana memoria” si è svolta nell’accogliente locale di “Eccellenze Costiera”, sito nella Galleria della Stazione Centrale di Piazza Garibaldi a Napoli.
Ho donato a Nicola Cafasso una t-shirt rossa recante la storica scritta “CCCP” con il simbolo della falce e martello, ricevendo, in cambio, una t-shirt nera quasi “sacerdotale” appartenuta al compianto Mimì, padre di Nicola, di cui ero amico (al punto da tenerne il “ricordo” durante i funerali!).
Tutto ciò avveniva nel luminosissimo locale gremito di clienti stranieri che osservavano la scena, terminata con un ottimo caffè del diligente ed efficace barman Pablo.
In questo scambio di t-shirt c’è la mia immutata stima nei confronti di un collega che non c’è più come Mimmo; la mia simpatia rispetto ad un giovane collega quale Nicola che, credo, sia ricambiata; la mia personale fede nei Valori delle due ideologie che, per me, non sono assolutamente all’antitesi.
Nell’informale chiacchierata prima e dopo le foto, si è parlato di sindaci come Giorgio La Pira, di sacerdoti come don Tonino Bello, padre Alex Zanotelli, don Gallo, don Puglisi, don Diana, di politici come Enrico Berlinguer, Sandro Pertini, Pietro Nenni: Uomini che realmente hanno lasciato un segno, una traccia e certamente non per ruberie, trasformismi e “bunga bunga”!
EMILIO VITTOZZI
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