Il caldo di un sole di fine marzo ha riscaldato per tutto il giorno l’abitacolo della mia vecchia Zafira. Sono le 20:00, il calore del giorno dall’interno dell’auto, inonda la mia faccia, il mio corpo infreddolito. La sensazione é piacevole, accendo la macchina mi metto nel traffico. Sul doppio senso, la strada degli americani c’è traffico come sempre. Questa sera non mi pesa perché le luci dei negozi addobbati a festa con uova di Pasqua, cozze e freselle mettono allegria.
Dal mio vecchio CD di canti melodici, Nino D’Angelo mi dedica una canzone. Chesta sera diventa la colonna sonora di questo mio viaggio melanconico di fine giornata di lavoro. Sento le auto sfrecciare sull’asse mediano che mi sovrasta. L’impatto con i giunti di metallo che uniscono i tronconi della superstrada che taglia la provincia di Napoli e di Caserta, fanno rumore. L’ex caschetto biondo canta mentre un venditore di cozze ci annuncia con un cartello scritto con un pennarello nero che con €10 possiamo portare a casa 2 kg di cozze, due pacchi di freselle e una bottiglina di olio santo che a Napoli é l’olio extravergine d’oliva con il peperoncino. L’uomo senza giacca e cravatta continua a cantare mentre un altro venditore ambulante con €3 ti propone 10 cape di carcioffole: chissà da dove provengono, meglio non pensarci! Nino sembra non curarsi del paesaggio e continua a mettere in rima emozioni di una calda serata di un giovedì santo di periferia mentre c’è chi vende uova di cioccolato, peluche e uova di plastica con sorpresa a soli €6. Questa parte di Napoli mi piaceperché è variegata, dipinta con colori che hanno più colore e calore, mischia il Sacro e il profano, è un pezzo di Napoli abbandonato da tutti ma non dalla vita. Un kebabbaro dalle parti di Mugnano ha già la fila, così come una pizzeria. I parcheggiatori abusivi oramai tutti di colore chiedono un’offerta a piacere. Un manifesto elettorale di un viso sconosciuto ringrazia i propri elettori per i 230000 voti presi alle ultime elezioni. Sono arrivato a casoria, mi immetto sul raccordo quello che porta all’autostrada. S’iniziano a vedere le luci gialle delle case dove l’odore di fior d’arancio e di pastiera inebriano volti e anima. Il Vesuvio mi saluta, pur’io lo saluto cantando una canzone che mi rilassa e mi fa pensare alla sera che tra poco si trasformerà in notte.
Notte…dove la vita frenetica tra poco chiuderà i battenti nel portafoglio lasciando la frenesia alle lenzuola e ai pensieri che ci assalgono. Intanto la radio parla di ciò che sta accadendo a Roma, nel mondo ma non ho voglia di sentire. Non perché non mi interessa, anzi, ma stasera la voglio ad altro, ad altri a quelli che rappresentano il mio di mondo. Stasera una cena leggera, cucina mia moglie, parmigiana di finocchi, due chiacchiere con i ragazzi, un bel libro da leggere e poi Morfeo con la speranza che i sogni possano riempire non solo la notte ma anche i miei giorni. Buon giovedì santo a tutti.
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