Oggi ho scritto al Presidente della Repubblica, l’ho sentito come un dovere morale. Di seguito la lettera:
Caro Presidente,
so che ha tanti impegni e chiedo umilmente scusa se scrivo e se non uso convenevoli, ma oggi non è un bel giorno. C’è il rischio che dopo 15 anni l’omicidio di Dario Scherillo venga archiviato nonostante ci siano tre pentiti che confermano esecutori e mandanti.
Presidente, Dario aveva 26 anni quando fu ucciso per errore, dalla camorra, il 6 dicembre del 2004, durante la seconda faida di Scampia.
Su questa storia ho scritto un romanzo e sceneggiato un film che in queste ore è nelle sale italiane il cui titolo è “Ed è subito sera”. Una pellicola di impegno civile, oserei dire didattica, indirizzata ai nostri ragazzi per far comprendere loro, quanto la camorra condizioni la nostra normalità, le nostre vite. Una pellicola fatta con pochi mezzi, dove tutti quelli che hanno dato il proprio contributo artistico, lo hanno fatto per mantenere accesa la memoria. Dopo tanti dinieghi per fortuna c’è stata la lungimiranza del comune di Albanella, un piccolo comune del salernitano dove fu arrestato Raffaele Cutolo, ha fatto sì che la storia avesse un set.
Faccio voti a Lei signor Presidente, alla sua sensibilità, alla sua onestà intellettuale, di intervenire. Lei può, Lei solo sa e comprende ciò che sta attraversando la famiglia Scherillo. Intervenga Presidente, a nome di tutto quella parte di Paese, la stragrande maggioranza, che chiede giustizia.
Presidente, una eventuale archiviazione ucciderebbe non solo Dario per la seconda volta, ma sarebbe un colpo anche ai tanti che in questi anni hanno alimentato la memoria e la speranza. E noi tutti, caro Presidente, abbiamo il diritto dovere di mantenere accesa la speranza.
Presidente la ringrazio in anticipo per quanto farà.
Tonino Scala
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