di Tonino Scala
Hanno ucciso l’uomo ragno uscì nell’estate del 1992, era una canzone degli 883. Ormai non la passano più per le radio, ma ogni 23 maggio mi ritorna in mente. Perché? Molti critici in quel lontano 1992 l’associarono, sbagliando, a quel 23 maggio, giorno in cui la mafia uccise a Capaci, Giovanni Falcone, sua moglie e tre uomini della scorta, segnando le nostre esistenze, quelle di una generazione. Era una semplice canzone che aveva un altro significato. L’uomo ragno rappresentava il senso di non identificazione con il mondo degli adulti. Quando si cresce si lasciano da parte alcune cose del mondo della fantasia che appartengono alla nostra gioventù. “Hanno ucciso l’uomo ragno chi sia stato non si sa, forse quelli della mala, forse la pubblicità. Hanno ucciso l’uomo ragno, non si sa neanche il perché avrà fatto qualche sgarro a qualche industria di caffè…” l’associazione alla strage di Capaci fu semplice, poi per fortuna gli anni passano, i capelli bianchi aumentano e ti rendi conto di una cosa a dir poco banale: gli eroi, i super eroi non muoiono mai! 😉 Le loro idee continuano a camminare sulle gambe degli uomini e sui volti dei tanti ragazzi che oggi in giro per il Bel Paese fanno memoria. E poi come dice la canzone “… Quel che è successo non ci fermerà il crimine non vincerà…”
Ps Nella foto un ragazzo è travestito da Superman lo so, quella ho trovato, ma il significato non cambia
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