Quando seppi della triste notizia della morte di Pino Daniele pensai subito “Che befana di merda vivranno a casa Daniele…”.
Poi vidi in televisione le immagini di persone in piazza a cantare e a piangere per Pino, il Poeta della Musica Napoletana.
Si, non mi rendevo conto della tragedia in quanto, per me, Pino non poteva essere morto…
Poi, giorno dopo giorno, la realtà prevalse nella mia mente.
Anche grazie al mio lavoro all’Ufficio Intormazioni dell’EAV di Montesanto “Petru Birldeanu”: i turisti italiani mi ricordavano, quotidianamente, che questa è la terra di Totò, Eduardo, Massimo, Pino…
Pino, Pinotto, Pinuccio…
Ma, come afferma Federico Vacalebre, “se davvero è sventurata quella terra che ha bisogno di eroi, come suggerì Brecht, allora com’è messa quella terra che come icona si sceglie un cantautore?”.
Io la risposta non la so: credo solo che sì, se bisogna definire Napoli con un’immagine anch’io sceglierei Pino Daniele.
Si, io voto Pino Daniele!
Il “Lazzaro felice” che con “Terra mia” mi rendeva meno amara la permanenza in Toscana quando lavoravo nelle Ferrovie dello Stato:
Terra mia terra mia
comm’è bello a la penzà’
Terra mia terra mia
comm’è bello a la guardà
Nun è overo nun è sempe ‘o stesso
Tutt’e juornë po’ cagnà’
Ogge è deritto, dimane è stuorto
Al di là della targa posta dal Comune di Napoli davanti alla casa in cui visse a Santa Maria la Nova, al di là della scultura che riproduce la sua chitarra Paradis, al di là del murales di Zemi in Largo Hecce homo, al di là del murales di Raffo a San Giovanni a Teduccio, al di là del murales di Hope a Ponticelli,al di là delle tazzine da caffè usate nel “Bar Battelli”, al di là delle statuette in vendita a Via San Gregorio Armeno, al di là della scritta “Pino, la tua scuola ti dedica un’aula” sulla facciata dell’Istituto Commerciale “Armando Diaz”, io credo che Pino Daniele si debba studiare a scuola: per la sua musica, per la sua poesia.
Perchè è veramente un grande, immortale…
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