#Giorno3 – Ipazia, Francesco e la storia continua…

Il tempo è un po’ quequero. Che significa? Non lo so, ma è così!

Tira vento, il cielo è scuro.

Ho iniziato la giornata preparando il pane, facendo l’impasto. Speriamo bene.

Mi sveglio con una notizia: Castellammare non è capitale della cultura.

Mi dispiace. Da stabiese mi dispiace.

Mi auguro che si possano porre le basi per dare alla città, nella sua interezza, uno scatto, uno scossone. Qui servirebbe una rivoluzione, culturale.

No, non è una frase fatta, lo penso, da sempre. Siamo la causa dei nostri mali, purtroppo.

Castellammare è più cose, è più città che non parlano tra loro, si guardano in cagnesco ed ognuna è convinta che sia lei la vera città, quella depositaria della verità. Già provare a costruire un dialogo tra varie entità in lotta, sarebbe un grande risultato.

Per non parlare del mondo della cultura, di chi fa cultura. Un patrimonio unico, straordinario oserei dire che però ha paura di contaminarsi. No, non per chissà quale motivo, semplicemente perché ciò fanno gli altri è sempre un sottoprodotto 😉 culturale, ovvio.

Una città cresce se diventa rete.

Per non parlare del nostro Stabiacentrismo. Un valore, certo, ma talvolta anche un limite. So che sembrerà strano, ma oltre Ponte Persica, c’è altro 😉

Dovremmo lavorare su questo, è un mio pensiero, sindacabile ovvio, come tutte le cose che dico, non ho il verbo, nessuno ha il verbo.

Grazie a chi ci ha provato.

Grazie a chi ci prova ogni giorno.

Grazie a chi ci proverà non solo per concorrere ad una cosa importante, importantissima oserei dire, ma grazie a chi continuerà a fare anche piccole cose che son quelle che fan grande una comunità.

Dimenticavo, comunità, dovremmo inserire nel nostro vocabolario anche questa parola.

La mia? Una semplice, banale riflessione, quella di uno stabiese un po’ di castellone 😉

Provo a trovare la relazione degli ispettori ministeriali ai nosocomi campani. Sul web non c’è. Trovo qualche stralcio e…

Son bastate tre pagine, solo tre pagine degli ispettori inviati dal Ministro Speranza in Campania, per comprendere lo stato della sanità regionale.

Eppure sono stati solo 4 gli ospedali oggetto della visita, Il Monaldi, Il Cotugno, Il Cardarelli e l’Ospedale del mare, figuriamoci se fossero arrivati a Castellammare dove in una notte non c’erano più posti né in obitorio, né nelle corsie.

Altro che sciacallaggio, qui lo sciacallo che ha giocato per troppi mesi sulla buona fede, sulla paura, sulle preoccupazioni è uno e ha un nome e cognome e… non mi va nemmeno di nominarlo.

Cosa si legge in questi stralci che la medicina territoriale è crollata e non da ora, che manca un collegamento vero così come un coordinamento tra gli Usca e le Asl. Lo denunciamo da mesi.

Il documento per fortuna produce dei primi risultati, sta per essere completata la realizzazione della

nuova tensostruttura che servirà ad accogliere i positivi in attesa di diagnosi definitiva o ricovero: potranno aspettare, non nella loro auto privata, con la bombola d’ossigeno, ma in condizioni più dignitose e con la possibilità di essere collegati ai bocchettoni di ossigeno della nuova tenda.

Gli ispettori hanno registrato anche il sovraffollamento e la mancanza di medici, non sono attivati tutti i posti letto. «L’afflusso giornaliero attuale è di150 pazienti al giorno, di cui 50 Covid. L’ospedale è provvisto di un’area prefabbricata con capacità massima di 72 posti letto di Terapia Intensiva (Ti): attualmente sono dichiarati 32 attivi, di cui 16 occupati»

È bastato vedere solo undici veicoli privati dentro i quali c’erano pazienti con bombole di ossigeno fornite dall’ospedale per capire che bisognava fare qualche cosa. Solo uno non l’aveva capito. Forse faceva finta di non capire, per non dire che la sua narrazione quello che lo ha portato al 70 %, che lo ha spinto addirittura a dire venitevi a curare in Campania. Si potrebbe parlare di circonvenzione di incapace. Chi? Il popolo campano!

Il documento firmato dai tecnici e condiviso con i militari del Nucleo antisofisticazione, sarà inviato, per conoscenza, anche alla Procura di Napoli.

Mi auguro di poter leggere queste tre pagine nella versione integrale quanto prima.

Intanto I medici dell’Ospedale del Mare lanciano un allarme: “Soli e senza strumenti”. Lo fanno scrivendo una Lettera che parte dalla Medicina d’urgenza. Un testo inviato ai vertici dell’Asl 1. Parlano di totale promiscuità tra pazienti Covid e no, sovraffollamento mancanza di ventilatori e caschi: “Decliniamo ogni responsabilità”. Come se non bastasse al Cardarelli, la maxi tenda è ancora inutilizzata. Sciacalli anche loro?

Come se non bastasse il Consiglio regionale è fermo, oggi c’è seduta, ma nessun dibattito sul Covid. Come se vivessero in altra realtà!

Ipazia Ruotolo, la figlia del compagno Francesco che ci ha lasciati domenica per covid, su Repubblica ci dice in una bella e struggente intervista ci racconta il lungo e doloroso calvario, tra ambulanze non arrivate, assistenza medica superficiale e ricovero ritardato. «Papà aveva tanti amici che si sono offerti di aiutarmi e mi hanno convinta a fare questo passo a cui non pensavo. Di una cosa sono certa: poteva salvarsi e per come era fatto avrebbe campato 100 anni». Francesco, cara Ipazia, di questo sono convinto, è orgoglioso di te!

La storia fatta di lotta, di lotte continua.

Che sia un buon giorno.

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