di Emilio Vittozzi
Ho volutamente aspettato che trascorressero dei giorni dalla sua dipartita per non trovarmi “immerso” in tutte le dichiarazioni post-decesso, molte, a mio modesto parere, assolutamente “false”… Infatti molti commentatori, politici, sociologi, psicologi, “tuttologi” che lo detestavano in vita hanno fatto a gara fra loro a chi rilasciava esternazioni dolciastre, tristi, fasulle come una moneta da 3 euro…
L’unico ricordo che veramente ho ritenuto adeguato a Diego Armando Maradona è stato quello del “detestabile” Vittorio Sgarbi che lo ha paragonato a Caravaggio (e chi sa la storia del pittore non può che annuire…)!
Un Collega a lavoro mi ha detto: “Emì, tu sei notoriamente Interista ma sicuramente sarai triste perché Diego era Comunista…”.
Comunista, Maradona?
In un certo senso certamente “resistenziale”. E sicuramente Castrista, Chavista, Peronista di Sinistra, Nazionalista Argentino (vendicatore delle Malvinas, con il gol della “mano de Dios” e il “gol del siglo” sbattuti in faccia alla signora Margareth Thatcher!).
“Emì, Maradona aveva tatuato il Che sul braccio…”.
Si, ma l’hanno anche Sebastian Veron (che ha giocato nell’Inter) e Carlitos Tevez (Juventus); Gonzalo Higuain, altro giocatore argentino, invece, ha tatuato alla base della schiena la scritta “Hasta la victoria siempre”.
Durante un ritiro mondiale dell’Argentina, Diego ricevette la visita di Estela Carlotto, la prima Madre di Plaza de Mayo, dichiarando “Tutti noi vogliamo verità e giustizia!”; incontrò Fidel Castro a Cuba, Hugo Chavez in Venezuela, Evo Morales in Bolivia, Rafael Correa in Ecuador, Lula in Brasile, tutti pericolosi “caudillos” secondo il Dipartimento di Stato Americano.
Il 26 dicembre 2019 Diego andò in visita alla “Casa Rosada”, la sede del Presidente dell’Argentina, il Peronista di Sinistra Alberto Fernandez, affacciandosi dal celebre balcone ed urlando contro l’ex Presidente di destra Macri; la stessa “Casa Rosada” dove è stata allestita la sua camera ardente con l’omaggio di innumerevoli Argentini in lacrime, che ha ricordato quello a Roma per Papa Wojtyla…
Lo stesso Fernandez che probabilmente ha rilasciato la dichiarazione politica più adeguata alla situazione: “Il nostro saluto a Diego, il Diego del Popolo, quello che cercava di porre rimedio alle ingiustizie e al dolore altrui. Il Diego Solidale, che ha saputo dire la verità senza timore delle conseguenze. Quello che ci ha riempito di gioia e la cui dipartita ci inonda di tristezza. Hasta siempre. Vivrai nella nostra memoria.”.
Diego, amico del grande Gianni Minà, una sorta di Caravaggio, Van Goog e Chagall, un misto esasperato di George Best, Gigi Meroni, Ezio Vendrame, Eric Cantona, Paul Gaiscogne, ma più, molto più, “carismatico” di costoro…
Diego, che anche nel Mondo del Calcio ha sempre detto la sua, battendosi contro i “potenti”: l’Inghilterra imperialista beffata da un dribbling durato tutto il campo (definito il “gol del secolo”!) e da una “mano da scugnizzo”; la Juventus industriale dell’Avvocato Gianni Agnelli battuta con un’indimenticabile punizione arcuata sotto una pioggia battente al “San Paolo” di Napoli (fra poco “Stadio Diego Armando Maradona”!); il Milan di Silvio Berlusconi, al cui corteggiamento, come Gigi Riva e Sandro Mazzola con la Juventus, Diego ha orgogliosamente e tenacemente resistito…
Diego, genio e sregolatezza: ma la sregolatezza l’ha pagata tutta e caramente sulla sua pelle!
Ora, forse, avrà trovato la Pace…
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