Valerio Bruner, la sua musica, le sue parole

di Emilio Vittozzi

 

VALERIO BRUNER: giornalista, scrittore, musicista

Definirlo semplicemente musicista è semplicistico: Valerio Bruner, nato a Napoli nel 1987, è anche giornalista e scrittore.
Il suo motto è “La musica e il teatro mi hanno salvato la vita”, intendendo così che hanno fatto in modo che non la sprecasse…
Autore di racconti brevi e copioni teatrali, anche su ispirazione della sua musa, Federica, si è formato artisticamente fra Napoli, Londra, la Scozia, l’Irlanda, la Spagna gitana e la Berlino punk e multietnica.
John Cash, Bruce Springsteen, Jim Morrison sono i tre punti fermi della sua musica.
Nel 2017 incide “Down the river”, storie di vita complicate, gioiose, rimpianti e riscatti che si snodano lungo le rive di un fiume in tipico folk americano (personalmente di questo lavoro preferisco “Hey bartender”).
Nel 2020 è la volta di “La belle dame” (“Stay” e “She” sopra tutte), tematiche tutte incentrate sulle donne in un rock acustico: madri, mogli, amanti che lottano per il valore della propria individualità ed affermare la propria indipendenza!
“La belle dame 2” è l’elaborazione delle sue canzoni con le voci di Alessandra Nazarro, Federa, Annalisa Madonna, Caterina Salzano, Marilena Vitale.
Punk, grunge e rock emergono prepotenti a primo ascolto nel primo discorso, la femminilità nel secondo.
Il disco fa il suo ingresso nella giornata contro la violenza sulle donne: cinque brani in tutto veramente sconvolgenti!
Valerio Bruner canta di personaggi che, spesso, molto spesso, vivono ai margini della società, nelle prossimità di un fiume che, lento, scorre inesorabilmente, come i poeti vagabondi o le prostitute di periferia, persone sempre ricche di aneddoti e racconti.
Ogni sua canzone è uno spaccato di vita che sa di amore, passione, rabbia o disperazione; è un tuffo nell’anima più profonda dei protagonisti, divenendo, così, anche un… viaggiatore.
Ecco perché nei suoi spostamenti porta con sé sempre un taccuino su cui trascrivere esperienze, incontri e luoghi vissuti…
Nel 2015, ancor prima di “Down the river”, porta in scena “Nonsense a nord del Tamigi” con il “Teatro di Contrabbando”, con un buon successo di pubblico e di critica (spettacolo vincitore del Festival Stazioni d’Emergenza del Teatro d’Innovazione Galleria Toledo e finalista del Festival Crash Test).
“None but the brave – Un viaggio immaginario nell’America di Bruce Springsteen” e “La ballata del drago e del leone – Alba Gu Brath” sono i titoli dei suoi libri; “Malammò o della Madonna puttana” è l’altro testo teatrale.
Valerio Bruner si è cimentato anche con i corti: “Dead Man Working”, uno spaccato della società contemporanea, ha vinto come Miglior Corto nella rassegna “I Corti della Formica 2019”.
Tutto questo si racchiude in una sua affermazione: “Viaggiare apre la mente, ti rende più ricettivo e rispettoso verso culture, costumi ed usanze diverse dalle proprie: è proprio dall’incontro e dal confronto con l’altro che capiamo chi siamo veramente!”.
D’accordissimo con Valerio Bruner non posso che augurargli “Buon viaggio, Valè!”…

EMILIO VITTOZZI

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