di Tonino Scala
Il 1 aprile nasceva una delle più belle e particolari voci della musica del secolo scorso.
L’indiano, veniva chiamato così Mario Musella classe 1945, figlio della guerra. Il cantante dalla pelle rossa e della voce profonda e immensa che faceva tremare il Bel Paese. Colore, armonie vocali, intensità, una delle più belle e particolari voci che la musica leggera italiana abbia mai avuto per il mood in essa contenuta creando un leggenda con quel un misto di matrice soul, blues and rhytm&blues. La madre era napoletana, il padre, invece, un soldato americano pellerossa, sbarcato a Napoli in occasione della II Guerra Mondiale. Un cherokee che incontra la sua squaw a Napoli, una favola che genererà musica, bella musica. Nacque il primo aprile, un vero e proprio pesce d’aprile, uno scherzo del destino per la musica italiana. Nel 1971 Mario ebbe un intervento di ulcera minò il suo morale e il suo animo da Pellerossa. Un’improvvisa complicanza epatica lo spegnerà a soli 34 anni nel 1979, a Marano di Napoli, Mario Musella è stata una delle più belle e particolari voci della musica italiana. Una curiosità che vale la pena di ricordare. Con chi ha fatto la prima esperienza discografica Pino Daniele? Con Mario Musella durante la sua breve carriera solista. Questa cosa Pino Daniele non la dimenticherà e nel 1980 dedicherà a lui, Otis Redding italiano il suo terzo lavoro discografico “Nero a metà”.
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