IERI, OGGI E SEMPRE “NO AL NAZIFASCISMO”!
All’alba del 12 agosto 1944, tre reparti della 16a Divisione Panzergrenadier Reichsfuhrer SS, comandati dal generale
Max Simon, accompagnati da bande di fascisti, in poco più di tre ore massacrarono 560 persone, tra cui molti bambini!
Secondo alcuni testimoni, fra di loro, in divisa tedesca, vi erano anche italiani, fascisti versiliesi che, per non
farsi riconoscere, indossavano una passamontagna…
Volevano colpire gli “innocenti di Sant’Anna” per dare un segnale agli abitanti dell’Alta Versilia che spesso
aiutavano i partigiani che combattevano in quella zona, per lo meno dividendo con loro il poco cibo a disposizione.
A nulla valsero le proteste di don Innocenzo Lazzeri, parroco di Farnocchia, un paese vicino che era stato bruciato
pochi giorni prima, che offrì la sua vita in cambio di quella dei prigionieri e per questo riceverà la medaglia
d’oro al Valor Civile alla memoria…
Questo drammatico avvenimento avvenne a Sant’Anna di Stazzema, nel cuore delle Alpi Apuane, ed è considerato la
seconda più grave strage di civili compiute dalle truppe naziste nel corso della Seconda Guerra Mondiale!!
Tutta quella zona sconvolta dagli eventi di guerra oggi rientra nel Parco Nazionale della Pace, un’istituzione
finalizzata a promuovere la collaborazione fra i popoli della terra attraverso iniziative culturali a carattere
internazionale: l’obiettivo è educare le nuove generazioni alla pace e mantenere vivo il ricordo di questo terribile eccidio.
Ci vorranno, infatti, 60 anni prima che inizi il processo ai carnefici nazisti: nel 1994 erano stati ritrovati
casualmente a Palazzo Cesi, negli archivi della procura generale militare di Roma, 695 fascicoli sui crimini di guerra
commessi dai nazifascisti dopo l’8 settembre 1943…
Le condanne non sono state eseguite perché alcuni condannati erano morti, altri troppo malati per scontare la pena in
carcere, altri condannati ma liberi.
Ma non per questo non bisogna ricordare la strage nazifascista del 12 agosto 1944…
Affinchè non accada mai più!
EMILIO VITTOZZI
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