di Tonino Scala
Erano gli anni ’70, il 1976 per l’esattezza.
È l’anno di Guccini e del suo LP Via Paolo Fabbri. Donna Summer impazza con la sua disco-music che ha fatto ballare intere generazioni.
Il giovane e bello Sandro Giacobbe partecipa al più importante festival canoro non solo italiano: il Festival di Sanremo.
Un altro mondo, un’altra musica, una canzone che oggi sarebbe considerata pudica, ma allora…
Gli occhi di tua madre è la storia di un ragazzo che in una serata normale va a prendere la fidanzata e trova la madre ad accoglierlo…credevo che fossi tu e invece è lei…
Gli occhi di quella donna somigliano a quelli della sua ragazza.
Fuori la pioggia scende malandrina e… M’hanno fatto innamorare, gli occhi verdi di tua madre, il sorriso di un tramonto…
Poi la ragazza entra… I tuoi passi all’improvviso e un tuffo aal cuore immenso…
Che facevano i due? Nulla, si guardavano.
Ovvio che il testo sia costruito per far pensare ad altro. Non a caso fu scritto da quel geniaccio di Daniele Pace autore già di Signora Mia sempre per Giacobbe.
Ognuno nelle canzoni, nella poesia può leggere ciò che vuole, l’arte è di chi la riceve .
Quello sguardo, a mio avviso, aveva confuso il ragazzo che si sentì in dovere di giustificarsi con la sua ragazza.
Giustificarsi per uno sguardo? Sì! Ci voglio leggere questo.
Una canzone che ebbe non pochi problemi con la censura per ovvi motivi.
Il Festival fu vinto dal sempreverde Peppino di Capri, Gli occhi di tua madre si classificò al terzo posto. Oggi questo 45 giri l’ho consumato. Perché? Tenevo voglia!
#vinile #45giri
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