A pochi metri da me…

Ho abitato a Napoli in Piazza Principe Umberto (Quartiere San Lorenzo), fino a giugno del 1981.

Zona a ridosso della Stazione Centrale di Napoli Piazza Garibaldi delle Ferrovie dello Stato, quindi popolare, popolosa, da sempre frequentata da extracomunitari di ogni genere: badanti, tuttofare ma anche prostitute, spacciatori, ladri. Una variegata umanità, di colore e no, che, molto spesso, era “manodopera dequalificata” della malavita organizzata locale.

Solo oggi, transitando in Via Firenze, ho scoperto la targa che è raffigurata nella foto: a pochi metri da me era nato ed abitava Paolo Morelli, leader de “Gli alunni del sole”.

Il complesso prende il nome dell’omonimo romanzo di Giuseppe Marotta e viene fondato alla fine degli anni ’60, lanciato da Renzo Arbore.

Per oltre dieci anni è stato la “colonna sonora” di molti giovani di quel periodo, non solo napoletani.

“L’aquilone”, “Concerto”, “Isa… Isabella”, “…E mi manchi tanto”, “‘A canzuncella” sono solo 5 titoli di pezzi portati al successo da questa formazione napoletana.

Paolo Morelli, capo indiscusso del gruppo, morì il 9 ottobre 2013, ma ancora oggi sono varie le emittenti radiofoniche che mandano in onda canzoni de “Gli alunni del sole”: “Radio Italia – Anni 60”, “Radio Margherita”, “Radio Cuore” fra tutte.

Non c’è, credo, nessun ragazzo di quel tempo che non abbia ballato un lento con una ragazza, sognando sulle note di Paolo Morelli…

Quando, cioè, si andava a ballare la domenica pomeriggio a casa di qualche amica, con genitori compiacenti, che mettevano a disposizione la propria stanza da pranzo adibita a discoteca. Le lampadine del lampadario venivano coperte da carta colorata per dare un effetto soft, mentre mamme-zie-nonne controllavano l’andamento della serata da dietro la porta. Gli anni de “Gli alunni del sole”, dei “Bee Gees”, di Marcella Bella, di Lucio Battisti, dell'”Equipe 84″, dei “Rokes”, ecc. ecc… Gli anni dove la ragazza ti dava un bacio casto se mamma non vede… Gli anni dei capelli alla Beatles, dei jeans a zampa d’elefante, delle mise floreali alla Joan Baez, dei tascapane militari, dei buffet a base di cocacola e patatine, dell’innocenza sulle gote rosse, delle bionde trecce, delle sigarette Marlboro fumate in gruppo fuori ad un balcone, dell’imbranato che era addetto a mettere i dischi.

Si, nonostante “Radio Italia – Anni 60”, “Radio Margherita” e “Radio Cuore” quegli anni là non ci sono più…

EMILIO VITTOZZI

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