La notizia mi è stata data da un suo Collega di lavoro, Paolo Celotto, un altro dipendente della Ditta di pulizie “Florida 2000” operante nella Stazione di Montesanto dell’ex Cumana: “Emì, Franco ‘o barese è morto stamattina!”…
Una domenica di sole, una giornata di un autunno ancora… estivo, si è trasformata, in un battito di ciglia, in una domenica oscura.
Franco Pepe, detto “‘o barese”, neanche sessantenne, era un’istituzione a Montesanto, fra tutte le Maestranze, al di sopra e al di là di ogni qualifica: per la sua educazione, per la sua disponibilità, per la sua professionalità, indiscutibile.
In un mondo fatto “per bande”, Franco era una persona “per-bene”!
Non l’ho mai sentito bestemmiare, nè tantomeno urlare verso chicchessia; sempre sorridente, sempre con la mano tesa per salutare, per accogliere, sempre disposto a raccogliere un tuo sfogo, lavorativo o personale.
Quando con Tonino Scala “omaggiammo” Petru Birlandeanu, nel novembre del 2014, con Roberto Intermoia di “Articolo 16”, nella stazione dove fu barbaramente massacrato a colpi di pistola da una “stesa”camorristica, volle farsi la foto-ricordo con noi, a testimonianza di un suo impegno (sindacale) per un mondo più giusto e civile.
Con la sua divisa azzurra d’ordinanza, con la sua barba bianca, si mise in posa proprio vicino a Roberto.
Ultimamente soffriva e la sua sofferenza lasciava strascichi di profonda amarezza in chi lo conosceva: il male l’ha consumato, giorno dopo giorno, inesorabilmente.
Lascia la moglie Maria e le due figlie Alessia e Miriam e tanti, tanti amici che l’hanno stimato.
Addio, Franco!EMILIO VITTOZZI
Una domenica di sole, una giornata di un autunno ancora… estivo, si è trasformata, in un battito di ciglia, in una domenica oscura.
Franco Pepe, detto “‘o barese”, neanche sessantenne, era un’istituzione a Montesanto, fra tutte le Maestranze, al di sopra e al di là di ogni qualifica: per la sua educazione, per la sua disponibilità, per la sua professionalità, indiscutibile.
In un mondo fatto “per bande”, Franco era una persona “per-bene”!
Non l’ho mai sentito bestemmiare, nè tantomeno urlare verso chicchessia; sempre sorridente, sempre con la mano tesa per salutare, per accogliere, sempre disposto a raccogliere un tuo sfogo, lavorativo o personale.
Quando con Tonino Scala “omaggiammo” Petru Birlandeanu, nel novembre del 2014, con Roberto Intermoia di “Articolo 16”, nella stazione dove fu barbaramente massacrato a colpi di pistola da una “stesa”camorristica, volle farsi la foto-ricordo con noi, a testimonianza di un suo impegno (sindacale) per un mondo più giusto e civile.
Con la sua divisa azzurra d’ordinanza, con la sua barba bianca, si mise in posa proprio vicino a Roberto.
Ultimamente soffriva e la sua sofferenza lasciava strascichi di profonda amarezza in chi lo conosceva: il male l’ha consumato, giorno dopo giorno, inesorabilmente.
Lascia la moglie Maria e le due figlie Alessia e Miriam e tanti, tanti amici che l’hanno stimato.
Addio, Franco!EMILIO VITTOZZI
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