Al 14° Festival della Canzone Napoletana, nel 1966, il duo Aurelio Fierro – Giorgio Gaber presentò “’A pizza”.
Il testo racconta la storia d’amore di due innamorati e cita i vari momenti dall’incontro al matrimonio. Precisamente si annovera il fatto che il giorno dell’incontro il protagonista maschile rimane folgorato da cotanta bellezza della dama da volerle donare un brillante di quindici carati e che lei rifiutò perché al diamante preferiva la pizza, quella tradizionale, con il pomodoro sopra. Voleva solo quello, la pizza, e nient’altro…
Il testo continua raccontando che un giorno il ragazzo portò la sua fidanzata al ristorante e le offrì un menù a base di pesce; la ragazza, ancora una volta, fece capire che non voleva il pranzo di pesce ma voleva la pizza perché non esisteva cosa più buona per lei che la pizza…
In conclusione il testo cita il giorno delle nozze con tanti invitati e che, tra balli e canti, ad un certo punto, arrivò una grandiosa torta nuziale di cinque piani, ma la sposa, anche alla torta, preferiva la pizza…
La canzone, ancora oggi, è famosissima, anche perché la pizza, a Napoli, è un piatto che piace a grandi e piccini.
Da venerdì 24 settembre, dopo una festa autenticamente popolare, è aperta la Pizzeria Friggitoria “al Forno Vecchio” in Via Forno Vecchio n.13 (di fronte al vecchio Provveditorato agli Studi di Napoli), a cura di Emilio e Lino.
Il menù prevede ben 17 pizze “classiche” (con la Marinara gettonatissima), 3 “ripieni” (con il Cornettone a farla da padrone), 11 “speciali” (con la Carbonara al primo posto), 4 “panuozzi” (con Porkys in pole position), 4 “fritte” (con la Scarola sempre graditissima), 9 antipasti.
La Pizzeria Friggitoria prevede anche una tavola calda che, quotidianamente, offre 3 primi, 3 secondi e vari contorni.
Il locale non è particolarmente grande (all’interno ha solo 4 tavoli) ma è pulito e coloratissimo con l’esposizione dei tanti cadeau ricevuti dai titolari il giorno dell’inaugurazione.
Il servizio è adeguato al contesto con tanto di musica in sottofondo.
Una visitina non è inopportuna, anzi…
Parola di Emilio Vittozzi
P.S.: Io ho gustato la “Faccia gialla” (ricotta di bufala, pomodorini gialli, acciughe, fior di latte di Agerola e zeste di limone), con una Nastro Azzurra freddissima…
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