C’è il sindaco di una città di provincia che ha “una fissa”, è un megalomane, deve sempre fare cose che nulla hanno a che vedere con i problemi del paese. Fa cose provvedimenti che servono solo alla sua immagine. Deve fare gesti eclatanti, vuole uscire a tutti i costi sul giornale. Questa volta, dopo aver visto un telefilm americano, vuole anche lui nel corpo di polizia municipale le unità cinofile. “Voglio ‘o cane!”. L’indomani dopo una serata trascorsa a vedere telefilm, arrivato in ufficio, chiama nella sua stanza il comandante dei vigili urbani “Dobbiamo dotare il corpo di polizia municipale di almeno dieci unità cinofile, troppi extracomunitari in città, mica posso ogni giorno girare per le strade e prenderli a calci: servono i cani”. “Si” risponde il comandante “Ma non ci sono fondi, a stento riusciamo a pagare gli straordinari e a mettere la benzina, se non si approva il bilancio…”. ” Non voglio sentire ragione, voglio i cani non si discute altrimenti la mando a fare le multe per le minigonne” la secca risposta del sindaco con il sigaro in bocca. Il povero comandante inizia a fare una ricerca di mercato, ha in bilancio solo 300 euro, deve lavorare con i dodicesimi. Trova un annuncio su un giornalino, uno di quelli che danno al bar, di quelli gratuiti: vendesi cani di ogni taglia, per ogni tasca. Il cane che vuoi per il prezzo che vuoi. Il comandante chiama e fissa un appuntamento. L’allevamento si trova in periferia, ai confini con Pompei. Il comandante con la sua macchina va a vedere di cosa si tratta. Il posto è bello, ci sono molti cani ma il prezzo sarà di sicuro alto è il pensiero che balena per la testa. Onde evitare brutte figure dice subito al proprietario di essere alla ricerca di 10 cani e di avere solo 300 euro. “Difficile con trecento euro trovare dieci cani poliziotto con questi soldi è complicato trovare anche un solo cane già addestrato …” il proprietario ci pensa un po’. Ha un’idea: ”Dieci sono po’ troppi, ho però una cosa che fa per lei, arrivo subito” passano un paio di minuti ed arriva con due pastori tedeschi, uno anziano che sembra avere i baffi e una bella pancia pronunciata, l’altro è giovane e sembra sveglio ma troppo piccolo ”questi fanno proprio per lei”. “Ma sono …” Il proprietario interrompe subito il comandante“quello anziano si chiama Carlo e il giovane Antonio, sanno fare il Karate”. “Il Karate?”. “Si il Karate, facciamo una prova? Antonio Carlo karate secchio” In men che non si dica Carlo e Antonio fanno a pezzettini il secchio. “Wauuuuuu” è la risposta del comandante “li compro” prende i soldi di tasca sua e li porta in comando. “Non saranno dieci ma questi sanno fare il karate” nel dire questo inizia a provare “Carlo, Antonio karatè albero” i due cani senza abbaiare distruggono l’albero. Non crede ai suoi occhi il giovane comandante ”sarà contento il mio sindaco”. Arrivato al comune vuole subito fare la sorpresa al sindaco e va nella sua stanza. Bussa e timidamente apre la porta:” Sindaco posso entrare, ho fatto ciò che ha chiesto. Con i soldi che abbiamo in bilancio, non sono riuscito a comprare 10 cani bensì due”. “Due? Che cazzo devo fare io con due cani” è la risposta del Sindaco. “Ma… Sindaco …le assicuro che sono due cani importanti, sanno fare il Karate!” prova a spiegare il comandante. “Cazzo, cazzo, cazzo la mando a fare le multe ai fruttivendoli, la mando a controllare le rotatorie, mi faccia vedere questi cani cazzo”. “Subito signore“ si mette sugli attenti e chiama i due cani che timidamente aprono con le zampe la porta socchiusa. Sembrano Gianni e Pinotto, Totò e Peppino. ”Carlo, Antonio” il sindaco nel vedere questi due cagnolini, uno con la pancia e i baffi, l’altro piccolo ma sveglio sembra di riconoscerli. “Queste facce non mi sembrano nuove” pensa, poi si ferma, ha capito. Hanno lo stesso viso, lo stesso corpo, lo stesso sguardo di due incubi notturni e diurni del sindaco sceriffo. Senza chiedere spiegazioni inizia ad urlare e ad inveire con il comandante: “Cazzo, cazzo, cazzo la mando a contare le cozze sulla banchina di zi Catiello, dove ha preso queste pecore morte, sono ridicoli, sembrano un padre ed un figlio che conosco già troppo bene, che sanno fare questi cani cazzo, cazzo, cazzo”. “Il karate, le assicuro signor sindaco, il karate” il sindaco infuriato inizia ad urlare “Antonio, Carlo, Karatè il cazzo…”. Siilenzio, buio in quella stanza luminosa e bella. Il sindaco non proferisce più parola. I due cani hanno già provveduto ad utilizzare le proprie armi di combattimento!!!
Caro Tonino, è bellissima questa scenetta che descrivi, conoscendo i personaggi credo che tu abbia perfettamente fotografato il reale di questa non tanto”virtuale” e triste realtà. Un abbraccio fraterno da quello con la panza. Ciao