Assassinio sull’Orient Express

Questa estate ho fatto una cosa sconvolgente. Cosa mai avrà potuto fare sotto il sole caliente? Nulla di particolare ho deciso di infrangere un mio tabù: mai un classico sotto l’ombrellone. Ho infranto questa regola  per i miei gusti ho deciso di leggere un sempreverde, il classico per antonomasia. Non perché non mi piacciano i classici ma preferisco i libri del mio tempo. Preferisco leggere del mio mondo. Come dicevo un classico del genere giallo. Ma che giallo leggere. Un giallo giallo, uno di quelli nel solco della tradizione, un giallo per antonomasia scritto dalla regina dei gialli: Agatha Christie. È  stato un regalo e a dir la verità è stato proprio un bel regalo. Una scrittura, un racconto che prende e vuoi arrivare all’ultima pagina per capire. Non voglio tenervi sulle spine e vi racconto subito il libro che ho letto: Assassinio sull’Orient Express. Direte ma lo conosco ho visto tante volte il film. Si vero ma non è la stessa cosa. Il protagonista è il grande Hercule Poirot, un investigatore belga, astuto simpatico ed intelligente. Tra le più belle figure della letteratura del secolo scorso. Assassinio sull’Oriente-Express è un classico scritto in modo da sembrare attuale. Bello scorrevole avvincente si legge in men che non si dica. Vuoi arrivare subito all’ultima pagine per capire chi è stato l’assassino. Invece no Agata Christie ti fa soffrire. Depista sembra provare gusto a farti prendere i nervi. Ha una abilità la nostra scrittrice ad imbrogliare i fili in testa unica in questo genere. A volte ti viene voglia di ammazzarla e dire a Poirot si sono stato io non ne potevo più con il suo barare ”troppo cazzimmosa”. E proprio questo è il bello di questo come di altri suoi gialli. L’Oriente-Exspress il leggendario treno delle spie, degli intrighi, quello che ricongiunge l’occidente all’oriente ha un posto importante in questo giallo. Fra i passeggeri ci sono Hector MacQueen, segretario del signor Ratchett, uomo molto intelligente e diligente nel suo lavoro; Edward Henry Masterman, cameriere del signor Ratchett; Caroline Martha Hubbard, una signora americana dai modi di fare molto spicci, ama parlare molto di sua figlia e si vanta del suo intuito di poter giudicare le persone a prima vista; Greta Ohlson, svedese, direttrice di una scuola missionaria presso Instanbul; Natalia Dragomiroff, anziana principessa russa, vedova e molto ricca; Hildegarde Schmidt, tedesca, cameriera della principessa russa; il conte e la contessa Andrenyi, ungheresi; il colonnello Arbuthnot, inglese; Cyrus Beltman Hardman, americano, investigatore; Antonio Foscarelli, italiano naturalizzato americano, rappresentante delle automobili Ford; Mary Hermione Debenham, inglese, istitutrice, è una ragazza molto intelligente e Poirot la definisce la tipica anglosassone che non prova emozioni. Personaggio che entrerà a far parte della storia sarà anche Pierre Michel, controllore dei vagoni letto della carrozza in cui è avvenuto l’omicidio. Poirot si trova costretto ad indagare sull’assassinio di un uomo avvenuto sull’Orient Express, un treno su cui lui stesso sta viaggiando. La vittima è un certo Samuel Edward Ratchett, distinto americano con la passione dei viaggi. Da dire che se Agata Christie bara prova a depistare Poirot non bara mai. Bisogna credergli e seguirlo dall’inizio alla fine nei suio gesti nelle sue domande c’è la soluzione. Fidatevi è così. La cosa che mi ha colpito è che certi passeggeri non si mostrano sconvolti per ciò che è accaduto, ma rimpiangono persino di non essere stati loro stessi a compiere l’omicidio. La vittima è un certo Samuel Edward Ratchett, distinto americano con la passione dei viaggi. In realtà grazie ad alcuni indizi si verrà a sapere che il vero nome della vittima era Cassetti, un rapitore americano, e questo omicidio era una vendetta per la piccola Daisy Armstrong, una bambina americana uccisa anni prima da lui stesso. Tanti i colpi di scena da indurre ad arrivare alla fine subito. Dodici un numero. Un numero che ricorre: dodici sono i passeggeri, dodici è la giuria di un tribunale, dodici le ferite inferte. Finale ingegnoso, esclusivo e direi anche cattivo. Un libro avvincente con tanti colpi di scena. Geniale il piano, ingegnoso, scaltro, acuto, intelligente, furbo Poirot, geniale la Christie per i depistaggi insomma una gran bel libro da leggere non a caso è uno dei libri più letti al mondo. Ve lo consiglio.

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