Domenica 29 maggio, Festa del Corpus Domini, nell’accogliente e suggestiva Chiesa dell’Annunziata di Sant’Agata dei Goti (costruita nel 1237 ed addobbata con opere di Giovan Battista Antonini e Bruno Cassinari), è stato battezzato il piccolo Andrea Nicastro.
Al pro-zio Emilio Vittozzi il compito del “discorso della accoglienza”, che riportiamo, in parte, convinti di far cosa gradita e giusta per tutti i Lettori.
Caro Andrea,
chi ti scrive è uno zio di tuo padre, a cui sono particolarmente legato.
Così come lo sono con tua madre, che con la tua nascita è “nata” anche lei, nel senso che nel momento in cui nasce un bambino, “nasce” anche una madre… Lei non era mai esistita prima: con te è “nata” anche Mamma Teresa, unitamente a Papà Emanuele.
Il poeta statunitense Carl Sandburg affermava che “un neonato rappresenta il convincimento di Dio che il mondo debba continuare”: forse ha pienamente ragione come ha ragione il Dalai Lama che afferma che “nessuno è nato sotto una cattiva stella; ci sono semmai uomini che guardano male il cielo”.
Tu, caro Andrea, sei il frutto dell’Amore di Papà Emanuele e di Mamma Teresa, ufficialmente “benedetto” da don Zio Giampy.
Ti stanno aspettando, per giocare con te, i tuoi piccoli cugini: Laura, Pietro e Sara.
Porti il nome di uno zio di Papà, Andrea, che il Signore ha voluto vicino a sé, lasciando tutti noi con un senso di assenza, in quanto era una persona perbene.
Quello che siamo, quello che abbiamo, è un dono delle generazioni passate, della loro fatica, della loro abnegazione, della loro intelligenza; ed abbiamo anche un impegno verso di loro: trasformare e tramandare ciò che ci hanno dato. Anche tramite un nome di battesimo…
Allora, caro Andrea, con Papà Emanuele e Mamma Teresa, unitamente a Zia Gabriella, Zio Mariano, Zia Francesca e Zio Piero, tu, Laura, Pietro e Sara, crescendo imparerete che la felicità è fatta di piccole cose preziose…Imparerete che la felicità è fatta di emozioni in punta di piedi, che le stelle ti possono commuovere, che il sole ti farà brillare gli occhi, che un campo di fiori primaverili ti illuminerà il volto, che il profumo della primavera ti “sveglia” dall’inverno, che sederti a leggere all’ombra di un grande albero rilassa e libera i pensieri, che osservare le onde del mare dà un senso di libertà.
Ognuno di voi è un meraviglioso dono di Dio, un dono per le vostre famiglie, per tutti noi; ricordatelo sempre, soprattutto quando i venti freddi dei dubbi e dei momenti tristi arriveranno nella tua vita: inseguite i vostri sogni, non fatevi scoraggiare dalle difficoltà o da quello che può pensare la gente!
Evitate quei pessimisti acidi che vivono di se e di ma… Non permettete mai che la delusione o il risentimento o la tristezza vi rodano il cuore convinti che nessuno vi capisca!
Leggete libri, il maggior numero che potete: sono una meravigliosa fonte di gioia, saggezza ed ispirazione!
Caro Andrea,
non so se un domani, da grande, tu vorrai leggere queste assai modeste riflessioni, che, però, scrivo ugualmente perché sento un bisogno irrefrenabile di raccontarti tutta la gioia che la tua nascita ci ha dato.
Cos’altro dirti?
Forse ti ho detto anche troppo: se Dio vorrà ci conosceremo strada facendo…
Un bacio da Zio Emilio, Nonno Lello, Nonna Susy, Nonno Franco, Nonna Laura e tutti gli altri parenti…
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