Cambiami le rapide del cuore… e me le cambiasti più di una volta! Il mio cuore faceva le capriole. Saltellava, zompava. Forse era questo suo zompare che lo rendeva fragile.
Tu dicevi che erano le sigarette e quel doppio whisky che tanto amavo. Non so… e non lo voglio sapere.
Sto qua, il marmo è freddo, ma sento caldo. Caldo e silenzio. Mi hanno squartato, non te la prendere con il dottore ti assicuro ha fatto tutto quello che doveva fare. Ha provato anche con le mani a farlo ripartire. Niente si era stancato di battere.
Troppo amore Cuncè. Troppo.
Pure mo’ sto dando la colpa a te? Ma quante maie… Sto dicenne che so cuntente. Che sei stata una grande donne e che mi hai dato un amore che ha fatto saltellare dalla gioia un cuore in una vita di merda.
E mo’ non piangere. Dicevi sempre se continui così quando muori non ti vengo nemmeno a trovare. Embè nemmeno un fiore, un lumino. Da te non voglio lacrime. Mi hai già dato tanto. Questo cuore lo hai cucculiato e mi basta. Mi basta sì, sono sazio. Si può essere sazi nel cuore? Chille è ‘o grasse o core.
Come al solito nun capisci Cuncè. Non te la prendere, sei così.
Ahhhh Ma era una battuta e brava!
‘o grasse o core? No chelle è nata cosa. Il mio cuore ora che si è fermato è sazio. Non batte, ma è come se stesse battendo. Sei tu che lo hai fatto battere e che lo fai ancora battere.
Ja e nun chiagnere. Comme se dice, meglio solo che male accompagnato.
Avevo un brutto carattere lo so. Ti facevo disperare. Ma il cuore batteva sempre anche quando discutevo. Batteva e forte. Mi saliva in gola. Uomo di cuore, di passione, di passione eterna.
E mo’ vatte a cuccà, domani ti aspetta una giornata difficile. Sai quanti parenti, quanti che non se ne sono mai fottuti di te mò staranno là. Devi essere forte. Caccia quel femminone che è in te. Tanna vedè forte. Li devi far schiattare a tutti quanti. Domani si che dovranno morire di collera! Solo così potrai far battere ancora il mio cuore. Nun chiagnere arrepuosete stai tranquilla. Se fai così non ti vengo in sonno e po’ comme fai? allora va, lascia questo triste ospedale, va a casa e riposati io posso stare sveglio da domani non avrò più nulla da fare se non ricordare il tuo amore.
stasera è triste la tua ballata e mi ha fatto piangere, ma forse sono io che volevo una scusa buona per farlo! il cuore, il cuore stasera vorrei che si fermasse, stasera sento di averne dato tanto a tutti quelli che non lo meritavano, che non lo hanno apprezzato. mi dicono che sono forte, ma non è così che dà il cuore è sempre fragile! bellissima questa ballata, sempre troppo bella che vorrei continuasse, continua a scrivere amico mio, fratello caro, tocchi sempre il cuore!
* L’Amore oltre la morte… Così potrebbe essere intitolata questa triste ballata di Tonino Scala, mio carissimo Amico da quando Lo conobbi per la mia “presentazione” del suo “Quaquaraquà”. Particolarmente vera la parte riguardante il-giorno-dopo-la-morte: visite sincere, sentite, dovute ma anche visite “imposte”, senza-cuore, ripetitive, inutili…
In un volo pindarico, immagino un Massimo Troisi o un Peppe Lanzetta o un Emilio Solfrizzi interpretare queste parole: oltre alla forza dello scritto, quella del recitato.
Come al solito, Tonino Scala colpisce al… cuore!