di Tonino Scala
Aspettavamo l’implosione del Pd siamo implosi noi compagne e compagni. Fa male, molto male ciò che sta accadendo in queste ore. Non mi sento di giudicare le scelte, la penso diversamente questo non è un segreto, però fa male, tanto, troppo. Dilaniarsi su una non questione è da matti. Sì, perché per me è una non questione, lo dico senza infingimenti. Ho visto troppe corse da un lato e dall’altro. Ho visto pochezza, sì, pochezza di una classe dirigente di un partito senza popolo. Questo il limite vero di queste ore, questo il vero limite del nostro partito. Ognuno decide in solitaria perché rappresenta non un pezzo di società, ma un ceto politico talvolta autoreferenziale: questa la vera crisi che ci relega a prefisso telefonico. Per non parlare della gestione con la quale è stata affrontata questa vicenda delicata: dilettanti allo sbaraglio, tutti nessuno escluso. Sono mesi, troppi, che negli organismi dico la mia su questo punto. Abbiamo sbagliato, dico abbiamo anche se la pensavo e la penso in modo diverso, faccio parte di un collettivo ed è colpa anche mia se non son riuscito a spostare la barra. Abbiamo fatto un congresso non congresso, bloccato le mozioni, altro che centralismo democratico! A nulla è servito il grido d’allarme di alcuni compagni, troppo pochi a dire il vero. Eravamo in pochi a pensarla così. Perché? per il bene del partito! Come se discutere, pensarla anche in modo diverso per poi trovare la sintesi fosse il male assoluto. Questa è democrazia dove chi deve vincere talvolta può anche perdere! Alcuni di noi sono stati dipinti come diavoli solo perché provavano a dire, a fare cose a incontrare gente. Alle elezioni comunali in provincia di Napoli Sel si è presentata in un solo comune: questo è il bene del partito? Compagni, compagne, abbiamo pensato che si potesse costruire un partito leggero, creare un gruppo dirigente che rappresentasse se stesso, distruggere territori, sezioni, mettere nell’angolo coloro i quali non si assoggettavano, coloro i quali avevano un seguito in nome del partito. Sì, il partito. Lo stesso partito che abbiamo distrutto per le corse senza senso che hanno minato il progetto politico per il quale siamo nati: costruire la sinistra. Una sinistra in grado di trasformare la società, una sinistra di governo, non massimalista, radicale nei contenuti, ma una sinistra di popolo. Per miserie umane, personali, ci siamo lavati la bocca con belle parole, ma nei fatti abbiamo fatto altro. Mi fa ridere il dibattito e la dicotomia che una parte e l’altra hanno costruito mediaticamente per giustificare se stessi. Non è vero che le strade sono due: chi si accontenta del 4% della lista Tsipras e chi va nel Pd. C’è una terza strada, quella di Sel. Penso ci sia lo spazio e la necessità di un soggetto politico a sinistra del Pd in grado di rimettere al centro il lavoro, i diritti, l’ambiente. Perché questa paura di crescere? Perché pensare di andare da altra parte quando abbiamo una strada ben delineata per la quale abbiamo speso un pezzo della nostra vita? Lo dico a Nichi, a Nicola e ai tanti che in queste ore stanno, con sofferenza, pensando ad altri percorsi. Bisogna riaprire la partita, ma prima dentro Sel, compagni e compagne. Non tutto è perduto se non ci perdiamo, insieme possiamo e dobbiamo fare ancora tanto!
* Concordo in tutto e per tutto con Tonino Scala, di cui mi onoro di essere Amico da quando “presentai” il suo (sempre attuale!) “Quaquaraquà”.
Dunque il PD di Renzi ha iniziato la sua campagna-acquisti, in maniera simile a quella del PdL di Berlusconi, ma con molta più… eleganza: ma io credo che SEL non sia finita. C’è una spaccatura, una frattura, una “salita sul carro dei Vincitori”, ma si può ricominciare. Anzi, si deve ricominciare! E si deve ricominciare dal milione e 200 mila voti circa investiti nella Lista “Altra Europa con Tsipras”: si deve, ora, incalzare e stimolare il governo Renzi sulla questione sociale, l’uscita dalla crisi, la rottura con la Destra di Alfano!!
Io, personalmente, Amico di Tonino Scala, rimango in SEL, senza se e senza ma, anche se auspico che i vari Migliore, Di Salvo, Piazzoni, Fava, Ragosta, Aiello e Zan si dimettessero anche da Deputati…