Un’analisi profonda, intensa, intima, oserei dire romantica e a tratti poetica del mondo contemporaneo fatto attraverso tre racconti che compongono un libro che v’invito a leggere così come ho fatto io in questi giorni. Sto parlando di Cronache Psichedeliche racconti di rottura edito dalla casa editrice A&M scritto da Ripley Free, ovvero Anna Di Vito, una scrittrice giornalista di origini nocerine, una delle tante emigrazioni intellettuali che tanto nuocciono alla nostra amara terra. Un libro pesante nella sua leggerezza narrativa. Trattasi di racconti (INarcisi, L’adattato, Una lucida dimenticanza) che possono sembrare dei comuni episodi di cronaca legati a pedofilia, femminicidi, al ruolo dei bambini e delle donne nella società contemporanea, che capovolgono la narrazione comune e fanno male, credo non solo agli animi sensibili. In realtà sono qualcosa di più, molto di più. Un linguaggio semplice, profondo e incisivo che rientra nel solco della letteratura gotica-psico-noir, ma con un piglio più minuzioso e il taglio giornalistico, non voyeuristico, cosa rara e interessante, come spesso accade per la cronaca. L’autrice non guarda dal buco della serratura, ma fa inchiesta, analisi ed entra nella psiche di un mondo che ha paura di analizzarsi. Sempre presente in tutti e tre i racconti “lunghi” la condizione della donna, raccontata senza retorica e senza luoghi comuni. Ripley Free scava con la sua penna nelle viscere di un universo di invisibili che, mi permetto di dire, non sono solo le vittime. Non trattasi di femminismo tout court, né solo di un Urlo di Munch in formato romanzo, ma di un’attenta analisi che invita ad una riflessione seria che prima o poi ognuno di noi dovrà fare. Cronache psichedeliche è un libro che fa male, proprio per questo lo consiglio.
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