di Tonino Scala
Leggo il Mattino di oggi, tra le mani l’editoriale di Isaia Sales che v’invito a leggere. Finalmente qualcuno che parla di questione morale e di degenerazione della politica anche a sinistra. Ho scritto un po’ di libri su queste vicende da Disonorevoli a Malapolitica passando per Quaquaraquà. Libri che fanno nomi, libri che non puntano il dito, non è mio costume, ma provano a scavare in quel mondo nel quale è incappata anche la sinistra Campana e napoletana. Direte ma il Pd non è più sinistra oramai come dice Ernesto Galli della Loggia sul Corriere: Il problema della destra in Italia? Il Pd, la sinistra che attua politiche di destra. Vero, è innegabile questa tesi, soprattutto dopo l’approvazione del Jobs act. Ritengo però che il popolo del Pd sia ancora di sinistra dove per sinistra s’intende a mio modesto avviso: diritti, lavoro, legalità, beni comuni. Questo per dire che nonostante la classe dirigente e le politiche di governo un uomo di sinistra non può prescindere dal cercare un dialogo con quel popolo. Sono lontani i tempi di Cappuccio e Beneventano uccisi dalla camorra di Raffaele Cutolo a Ottaviano, sono vicini, troppo vicini, i tempi della vicenda Corrado e Tommasino di Castellammare di Stabia, la mia città. Vicini troppo vicini i tempi di un killer iscritto in un partito che ammazza un suo consigliere comunale com’è accaduto nella città delle acque. Sono tempi di primarie uno strumento importante che siamo riusciti a degenerare e a farlo diventare una guerra tra bande al punto di far iscrivere a Castellammare come a Ercolano familiari di appartenenti ai clan per fare battaglia politica. Mi vergogno, se penso che quella storia l’abbiamo sempre combattuta, è stata quella la molla che mi fece, venticinque anni fa, andare nella sede storica del Pci in Corso Vittorio Emanuele per prendere la tessera di quel grande partito! Ha ragione Isaia nella sua riflessione ”È venuta l’ora che il Pd faccia i conti con le proprie ombre e si interroghi sul perché in alcune realtà sono venute meno quelle barriere morali e politiche che per tanti decenni erano state erette in contrapposizione al mondo camorristico. È evidente che in alcuni settori del Pd c’è stato il divorzio netto tra consenso e legalità e che alcuni giovani (e meno giovani) rampanti ritengono che la loro ascesa sociale e politica non abbia nessun vincolo o limite, anche a costo di calpestare una storia anticamorra fatta di sangue e di sacrifici. Il problema consiste nel fatto che quando si verificano casi di ambizioni che non si pongono limiti, la struttura attuale del Pd non è nelle condizioni di frenarle, di metterle ai margini e di espellerle dal suo corpo.” Mi auguro che questa riflessione la possa fare non solo il Pd e il centrosinistra, ma tutta la politica campana. Se non si parte da quest’assunto la Campania, Napoli non ripartirà mai.
* Ho letto l’articolo di Isaia Sales su “Il Mattino” ed ora anche le riflessioni del mio caro amico Tonino Scala. Concordo in pieno con entrambi, autori di analisi lucide, crude, vere.
In tutti i partiti (forse non in SEL…) ci sono lestofanti, malfattori, inquisiti, inquisitori, conniventi, rei confessi, pluricondannati di ogni genere, di ogni risma.
Basti pensare che in questa bella Italia (il Maestro Battiato direbbe “Povera Patria”…), nelle trasmissioni televisive di natura sportiva continua a “pontificare” un certo Luciano Moggi, il che è tutto dire… E vogliamo parlare di Paolo Liguori? Di Giampiero Mughini? Di Idris? Di Tiziano Cruciani? Di Carlo Pelegatti? Tutti al servizio di un Potere ben definito…
Una volta si diceva “L’ha detto la televisione!” (alludendo alla serietà della RAI) come si parlava dell’onesto Zaccagnini (della Democrazia Cristiana): oggi come oggi è tanto, tantissimo trovare un paio di persone perbene in ogni lista elettorale…