di EMILIO VITTOZZI
E’ un libro per chi ama il ciclismo.
E’ un libro per chi ama gli sportivi “fuori dal gruppo”.
Come nel caso di Giovanni Gerbi, pioniere del ciclismo professionale, nel racconto del pronipote.
Certo, probabilmente, anzi sicuramente, oggi Gerbi non potrebbe essere così avventuroso con le sue imprese e mitiche astuzie, vista la presenza di mass media forniti di ogni macchine fotografiche e telecamere sofisticatissime.
La sua maglia è rossa come il fuoco.
Il suo soprannome è “Diavolo Rosso”: così lo definì un prete durante un funerale. I corridori si erano fermati rispettosi davanti a quel mesto corteo. Tutti tranne uno, Giovanni Gerbi, al punto di far esclamare così il sacerdote: “Chi è quel diavolo rosso?”.
Rissoso, scaltro, spregiudicato, cinico, irascibile, valoroso, creativo, forte, audace sono aggettivi che ben si addicono a Gerbi.
Non ha avversari, ma nemici.
E’ capace di attirare a se casellanti e stradini, capaci di trucchi ed imbrogli a suo favore, e un tifo trasversale.
E’ l’uomobici, una sorta di centauro a pedali.
A soli vent’anni era già un campione. Anzi, il Campione!
Fu il primo a massaggiarsi cosce e polpacci prima di una corsa.
Fu il primo a perlustrare il percorso della gara il giorno prima.
Fu il primo in tante e tante altre cose..
Di questo e di tant’altro ancora si parla in quest’avvincente libro, di cui ne consiglio la lettura.
Giorgio Boccassi
“DIAVOLO ROSSO”
– Anima di fuoco –
Caosfera
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