Dopo la fuga dei cervelli, l’emigrazione dei vini

Caldoro resta a guardare o si è ubriacato?

Il vino irpino diventa laziale… per Bacco! Non si tratta della solita dichiarazione rilasciata dopo aver bevuto un bel bicchiere di vino rosso della terra dei lupi, ma di una scelta sofferta e provocatoria. L’Irpinia lascia la Campania e va da sola al Vinitaly, la fiera più importante d’Italia sui vini, a Verona dal 6 al 9 aprile. La scelta della Camera di Commercio di Avellino di partecipare con i propri prodotti di eccellenza, esponendoli all’interno del padiglione della Regione Lazio, lascia perplessi e dovrebbe far riflettere l’assessore all’Agricoltura e il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro. Una provincia, un territorio che detiene il primato e l’unicità delle quattro DOCG della nostra regione con il Fiano di Avellino, il Taurasi, il Greco di Tufo, il Greco di Tufo Spumante ed ancora una DOC con il vino Irpinia, fa una scelta di solitudine, per quale motivo? È questo il dubbio che dovrebbe assalire il governatore e la sua politica fallimentare oramai in tutti i settori della vita amministrativa. In questi quattro lunghi anni Caldoro ha dimostrato la sua incapacità dai trasporti, alla scuola, passando per la sanità ed ora anche con i prodotti di eccellenza, perfino con i vini, ubriacando di chiacchiere i cittadini di una terra che merita  molto di più. La non presenza nello stand della Campania, la volontà di esporre i prestigiosi vini della verde Irpinia in altro stand, è la prova del nove per chi avesse ancora dubbi sull’affidabilità di questa giunta travolta da scandali e arresti. In questo gesto c’è la volontà di prendere le distanze, di migrare da una gestione a dir poco deficitaria. Caldoro beva un bel bicchiere di vino irpino e si dimetta, nell’interesse di tutti.

 Sel Campania

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