Ustica e suoi misteri caduti in volo. Ustica e la sua riserva al riserbo di un mondo frenetico. Qui il mondo sembra fermarsi. Qui il mondo sembra più mondo. Che significa? Non lo so ma rende molto l’idea! Ustica protetta, Ustica Sicilia africana. Caldo, afa tanta afa. Un’estate così non l’avevo mai vista. Più che vista forse sentita. Sentita si appiccicata sulla pelle, sulle T-shirt sudate e incollate ad un corpo che non respira. Ustica calda com’è calda l’estate da queste parti. Ustica e la bravata di due ragazzi. Ustica dove i ragazzi aspettano San Lorenzo per sognare, per guardare le stelle cadenti, stelle uguale sogni. Ustica dove più che un sogno c’è la voglia di diventare grandi, di diventare uomini. Uommene, mezzi uomini, uommenicchie e quaqquaraquà diceva Leonardo Sciascia uno scrittore che amo. Uommene , uommene a quattordici anni. chi non ha immaginato di diventare uomo a quell’età! Ma come si diventa uomini? A trentotto non l’ho ancora capito! Quattordici anni, una bravata per diventare uommene! Quattordici anni e un grillo per la testa. Forse il primo, di sicuro il primo a soli quattordici anni!!! Quattordici anni e due ragazzi. Quanto fa Quattordici anni per due? Ventottomila sogni inevasi, Ventottomila sogni inespressi, Ventottomila e la voglia di evadere, Ventottomila e la voglia di volare, di crescere, di fare, di vincere, di vedere il continente, di andare, di andare lontano! Poi un’auto. Una Panda. Una Fiat Panda aperta. Una macchina aperta con le chiavi appese. Appese ad una vita. La prendiamo. Si. Ma la sai portare. No ma ho visto come si fa in tv. Nei film di azione. È facile che ci vuole. Saliamo. Ma no. Si dai. Ma no. Ma si. Ma si. No dai. Si si. Si allora saliamo. La porto io. Si portala tu. Una macchina e due quattordicenni. Una macchina in prestito per evadere e diventare uommene. Una Fiat Panda e due ragazzi Ventottomila in due i battiti del cuore. Pochi metri. È un gioco. Poi un salto. Un volo. Un volo nell’acqua. Nell’acqua profonda. È la fine. Una panda, un volo, l’acqua, la profondità e due ragazzi con la faccia schiacciata sul lunotto posteriore. Un sogno spezzato anzi ventottomila sogni e un tuffo nell’acqua, nel buio.
Tonino Scala 10 agosto ’12
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