Sedici anni per una condanna, sedici anni per una sentenza, ma ‘o Cuzzecone non c’è più!
Gli dicevano si furtunato quarant’anni e già in pensione, fuori al bar era nu spasse: ti godrai la vita!
Il passo fu breve da baby pensionato e baby cadavere, ora sono i vermi che si divertono ed ingrassano con la sua carne.
La morte arrivò presto senza chiedere permesso, erano 15 anni che covava nei polmoni: adenocarcinoma polmonare. Basta una sola fibra ed il dato è tratto!
Quanti dadi tratti sulla tratta dell’amianto, killer dei poveri!
Ma la classe operaia andrà in paradiso dopo aver visto questo inferno?
Fuori al bar tanta amarezza nel salutare il feretro di un amico: morituri te salutant!
Consapevolezza e destino già scritto.
E così fu, man mano se andarono tutti: Ciro, Pasquale, Michele, Gennaro e Maria che lavava i vestiti ricchi di amianto e di passione.
Dopo sedici anni la sentenza, arriva il riconoscimento, ma non per tutti.
Una sentenza infame, l’ennesi beffa: la prescrizione!
Ma la morte non conosce le leggi, quando arriva il mesotelioma pleurico non c’è prescrizione che tenga.
Che dire, nemmeno innanzi alla morte siamo tutti uguali.
Anche in questo caso la giustizia è morta e con essa tanti operai per l’Eternit…à!
Terribile…l’assurda realtà che non conosce la pietà ,nè la coscienza di un potere …………