Quando ero bambino abitavamo a via Filippo Maria Briganti, rada a tornanti che collega San Giovanniello e piazza Ottocalli con Capodichino, in un palazzone a strapiombo sul casello della tangenziale di Corso Malta. Abbiamo percorso la tangenziale milioni di volte per accompagnare e andare a prendere mia mamma che lavorava al Vomero.
All’epoca, i giovani come i miei genitori avevano la possibilità di un posto fisso, di uno stipendio aggrappato al costo della vita, di un fitto in equo canone (ossia di un pigione che per legge non poteva superare il 30% dello stipendio), e di poter sognare nel traffico dell’uscita di Corso Malta delle sette di sera, un vigile e una casa di proprietà. Poi arrivò il 1984 e i tempi cambiarono velocemente. In particolare, ricordo come ieri il febbraio di quell’anno per le memorabili invettive di papà contro Bettino Craxi, il primo Presidente del Consiglio socialista della nostra Repubblica, colpevole a suo dire di aver varato un decreto con il quale tagliava di tre punti la scala mobile.
Breve parentesi: per scala mobile si intendeva quel meccanismo automatico che legava in maniera indissolubile le buste paga dei lavoratori all’aumento del costo della vita, così che all’aumentare dei prezzi dei beni di largo consumo, i salari sarebbero stati più alti. Al netto delle bestemmie di mio padre, la scelta di Craxi spaccò il sindacato, Cgil da una parte e dall’altra Uil e Cisl, e lacerò definitivamente la Sinistra italiana, visto che il Pci si oppose in tutti i modi al decreto, promuovendo anche un referendum. Ma di lì a poco Berlinguer morì e il Pci perse sia la battaglia referendaria, che quella contro la televisione commerciale. Telemike, Raffaella Carrà e J.R. di Dallas spazzarono via quello che rimaneva dell’egemonia culturale della Sinistra. La valanga era partita. Cadde il muro di Berlino, il Pci si trasformò in Pds e con esso cambiarono anche i sogni e le aspettative di chi rimaneva imbottigliato nel traffico delle sette di sera all’uscita di Corso Malta.
La promessa berlusconiana del milione di posti di lavoro fece il resto, mandando in soffitta anche il posto fisso. Dal decreto di San Valentino del 1984, la Sinistra italiana, nella vana ricerca di trovare una nuova connessione sentimentale con il suo popolo, fagocitò leader e consulenti per l’immagine come se piovesse. Nel frattempo, la precarietà divorò un’intera generazione, mentre la crisi economica e l’ansia del futuro favorirono le spinte populistiche. Sopravvivevano pochi punti fissi. Tra questi sicuramente il traffico delle sette di sera di Corso Malta e la certezza che nessuno può mettere così a lungo il diritto alla felicità in un angolo. Mario e Tonino di questo discutevano mentre attraversavano in auto la tangenziale in direzione Pozzuoli. La birra e l’atmosfera dei Campi Flegrei fecero il resto e suggerirono anche la soluzione: c’era bisogno di una sinistra sfrontata, in grado di recuperare le battaglie dei vecchi diritti, di veicolare sogni e immaginare, proprio come Charlie Brown, un futuro vergognosamente felice.
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