L’inno nazionale è stato fischiato, fischiato da noi napoletani nella finale di Coppa Italia. Un gesto da non sottovalutare. Tutta la curva e dico tutta ha fischiato. Ha fischiato nel giorno del silenzio, nel giorno in cui dopo un gesto folle ci si deve stringere e non pensare alle divisioni. Divisioni che ci sono, che fanno male, che fanno riemergere di mali di 150 anni di soprusi. Un gesto deprecabile, che deve invitare il paese ad una riflessione: c’è un sud che muore, c’è una parte del paese che non c’è la fa più, c’è una terra che chiede ascolto. Mancanza di lavoro, sanità, nbessun piano di sviluppo vero, becero assistenzialismo, trasporti, infrastrutture, scuola, drammi con i quali il mezzogiorno convive da troppi anni. L’inno è di tutti, non una questione di questa o quella parte, non bisogna però sottovalutare quell’atto come la semplice e banale azione di disturbatori. Qui il regno delle due Sicilie c’entra poco! Ripeto non è che giustifico i fischi anzi mi sono incavolato nell’ascoltarli, ritengo sbagliato un atteggiamento simile. Sarebbe un errore però pensare che qui fischi siano solo di natura calcistica. I mali, il malessere del mezzogiorno lasciato al proprio destino, la politica leghista degli ultimi anni che ha sottratto ciò che spettava alla nostra terra, ha generato un disagio forse unico nella storia del Bel Paese. Non condivido i fischi, pur essendo in essere tutte le ragioni per la protesta fuori dal campo e lontane dall’Inno nazionale. Bisogna però provare a non mettere i paraocchi, ad ascoltare quella sofferenza. Alla base c’è il malessere del sud da sempre irrisolto, sempre più drammatico. Un malessere che deve essere affrontato e non in modo strumentale. Bisogna prendere consapevolezza che non c’è una questione meridionale, ma una grande questione nazionale. Chi si illude che ci possa essere un Nord che va aumentando la disuguaglianza con il Mezzogiorno, in realtà non ha una vera idea della possibilità di questo Paese di riprendersi. È prioritario provare finalmente a ridistribuire le ricchezze e le infrastrutture, anche immateriali. Questa a mio modesto avviso l’unica ricetta da seguire per ridare dignità al paese. Detto ciò l’Inno nazionale non si fischia!
Concordo con la tua idea, qualcuno avrebbero dovuto dire ai “signori” che hanno fischiato l’inno, di esprimere il loro disappunto con il voto. Quando è stato il momento si sono fatti abbindolare sempre, prima da un’idea di giustizia (che poi non si è fatta perchè i banditi della politica fecero cadere inesorabilmente tutte le speranze di avere finalmente un governo non di destra) e poi dal sultano nano incantatore con la sua corte di ignoranti, donnacce, leghisti, poveracci in genere che ci ha portati alla disfatta totale. Fischiare l’inno è da incivili, ma che dire?sarà lo stadio olimpico che fa quest’effetto…saranno i figli di quegli stessi italiani che nel 90 fischiarono l’inno argentino nella finale con la germania? per poi tifare chi? i tedeschi e solo perchè l’argentina aveva battuto l’italia?questa fu la giustificazione….il punto è che si cerca sempre di giustificare certi atteggiamenti! vergogna a chi fischia non solo il nostro inno ma anche quello altrui!
Bene ma non bisogna pensare che il fischio si un gesto calcistico, la questione è più complessa e merita attenzione. Non condivido il gesto penso però che la politica dovrebbe non sottovalutarlo
Di sicuro la politica fatta da persone come te capiscono il segnale, ma il resto pensa ad altro…sai com’è se non la pensi come loro (e parlo sia di dx che di sx) sei nemico, sei populista, demagogico….
Ciò che è accaduto non è antipolitica bensì voglia di politica, quella vera.
Caro Tonino Scala, il tentativo di dare una comprensione più profonda a quei fischi, mi sembra un’operazione psicologica importante da realizzare. Condivido questa esortazione, sapendo il tuo impegno civile, e mi aspetto che noi napoletani, da qualunque parte del mondo, recuperiamo un modo “creativo” di contestare e promuoverci. Un modo che passi anche per una retorica “fine” dello stile “Battaglia Navale”, che ha utilizzato recentemente per argomentare il suo punto di vista.
Ne ho parlato in due articoli
Luci ed Ombre di un rinascimento
http://www.areanapoli.it/coppe/luci-ed-ombre-di-un-rinascimento-napoletano_63430.html
La riappropriazione rinascimental-culturale di ‘O surdato ‘nnammurato”
http://www.tuttonapoli.net/?action=read&idnotizia=97378
Cari Saluti e Complimenti
Alfonso SANTARPIA
(Sigmund Freud Institute Paris)