di Tonino Scala
Piove.
Piove sul rosso bagnato da giorni di chiacchiere.
Piove, in casa sento odore di farina e zucchero che tra poco diventerà chissà che cosa. Vedo il sole in quella miscela di odori e sapori, e nei vetri appannati della cucina che trasuda di vita.
La lettura dei giornali è impietosa nonostante ci dicono che la curva stia scendendo. Calano i contagi e i ricoveri nei reparti, ma siamo ancora in piena emergenza.
Come ogni mattino mi soffermo sulle storie che ci sono dietro i numeri freddi, ma aridi di vita.
Stamattina mi son fermato su quella di Giovanna di Palermo, una maestra che pagava le gite ai bimbi poveri.
Di Federica di Venezia che Viveva per il teatro e di Mihaiela soli 44 anni faceva la badante ed è stata in servizio fino a poche ore prima che il covid se la portese via.
Quella di Ugo che di mestiere faceva il tortaio era più famoso di Shangai, il quartiere popolare di Livorno, amava raccontare le barzellette agli stranieri e di don Franco Alfieri, protagonista di lotte anti-camorra a Latina, era un parroco vicino agli ultimi.
Perché lo faccio? Per provare a non abituarmi, a non diventare impassibile davanti ai numeri.
Non mi sarei mai immaginato che a 46 anni, dopo aver distribuito l’Unità, dopo abbonamenti al Manifesto, di apprezzare così tanto “L’Avvenire”.
Perché? Il giornale cattolico oggi apre con un titolo: “Dalla parte ei poveri”. L’invito di Francesco, il Papa, a fare di questo «un tempo per sentire che abbiamo bisogno gli uni degli altri. La risposta della solidarietà ai bisogni emergenti e alle nuove solitudini provocati dalla pandemia. Capite ora?
Poi passo a “Il Manifesto” le cui prime pagine sono a dir poco straordinarie. “La Capa Bianca” oggi in prima pagina, riferito al giallo dei capelli di Trump che in pochi giorni è diventata bianchi. Continua, il peggior presidente nella storia degli Usa a dieci giorni dal voto e con le schede contate che danno la vittoria a Joe Biden a sbraitare. Addiritura Trump saluta a Washington estrema destra e suprematisti in piazza contro i «brogli elettorali». Il tycoon ha un’idea fissa in testa: il caos in aree come l’Iran, dove il presidente eletto cambierà l’agenda Usa.
Su Repubblica poi in una interessante intervista al presidente dell’Europarlamento, Sassoli, dice “L’Europa deve cancellare i debiti per il Covid”. Sarebbe cosa buona e giusta.
Il caffè l’ho già preso.
Questa mattina aveva l’odore di anice. Dopo i morti, dopo il 2 novembre ‘na presa d’annese se po’ piglià, diceva mia nonna non so per quale motivo.
È domenica, ma è un giorno come tanti, il primo di chissà quanti giorni.
Mia moglie si è specializzata in crostate. Quelle classiche e quelle morbide. Credo però che in questo giorno del Signore, mentre le campane annunciano la Santa Messa, in pentola, ops nel forno, ci sia altro.
Ho comprato gli gnocchi, ma li faremo un altro giorno, mio figlio, il piccolo, ha chiesto alla mamma un piatto che ama molto: il riso al forno con besciamella, funghi e formaggio. Io ci metterei anche i piselli, ma non mi pronuncio: bisogna avere rispetto per chi cucina.
Scrivo, una recensione che leggerete martedì su Stabia post su un libro di Luca Bianchini, un articolo per Metropolis quotidiano su Pino Daniele e il suo terzo album che compie quarant’anni: Nero a metà. lo leggerete giovedì in edicola.
Manca poco al Natale, e in tanti pensano a come sarà. In questi giorni da più parti si dice che “dobbiamo salvare il Natale”, riferendosi alla necessità di invertire il trend negativo dei consumi. Ma quello che accade ci sfida a riconoscere che forse abbiamo bisogno di essere salvati noi dal Natale, dell’umana fragilità abbracciandola.
Non mi faccio illusioni, credo che avrà il sapore di questa domenica di lockdown: e va bene così!
Dimenticavo erano dei muffin. Dei muffin al cacao con gocce di cioccolata, nel riso ci sono i piselli e…chi è chiù felice e me!
Buona domenica
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