I miei primi quarantanni tutto azzeccato o azzeccati dipende dai punti di vista!

Son trascorsi quarantanni e si vedono…si sentono… proprio tutti! Nei chili in più, nei capelli bianchi, nelle rughe, nello sguardo pensieroso, nelle risate crasse e amare. Quarantanni è una tappa importante nella vita di un uomo, che a dire di chi gli sta vicino, ha sempre avuto cinquant’anni, forse sessanta, dalla nascita. Lo ripete mia mamma, mia moglie, i miei figli, non so se prenderlo come un complimento o come un modo felice per dire: sei sempre stato vecchio! In entrambi i casi, è proprio vero, sono sempre stato grande, non solo per la stazza, gigante dalla nascita, ma per tante altre cose.  Ho sempre ascoltato canzoni degli anni 70, 60, 50, visto film in bianco e nero, amato gli orologi a corda e la cucina povera ma ricca, fatto sogni in celluloide in una Cinecittà centro del mondo. Ho sempre ritenuto che il Neorealismo fosse una corrente di avanguardia anche nel terzo millennio, che Berlinguer, Ingrao e Pertini fossero politici da amare, sperato che Jim Morrison non fosse morto. Ho sempre affermato che Alba chiara fosse la più bella canzone di tutti i tempi insieme a Bocca di rosa s’intende, Ceravamo tanto amati il film della mia vita insieme ai Cento Passi, ovvio. Ho sempre pensato nonostante tutto che la politica è una cosa meravigliosa, che l’amore è un sacco di cose, che i figli sono il più grande mistero e dono ricevuto e per questo ringrazierò sempre Paola, mia moglie che continua a sopportarmi da 22 anni e che mi ha regalato due gioielli Nanni e Pippo. Che l’amicizia vale la pena viverla sempre, anche quando lascia l’amaro in bocca. Considero che tre siano le auto degne di essere definite tali: la 500, il Maggiolone e la mia 2cv Charleston. Ho sempre immaginato che dietro la morte di Pasolini si nascondesse ben altro, così come dietro l’estromissione dal calcio italiano di Maradona. Ogni Natale come da tradizione ho sempre visto, e sempre vedrò, Natale in casa Cupiello, Eduardo come Massimo Troisi sono persone di famiglia. Ringrazio, forse mai abbastanza, Peppe Lanzetta e la sua scrittura per avermi insegnato cos’è un libro, Nino D’angelo e Pino Daniele, Gianni Morandi e Massimo Ranieri (epici gli scontri a Canzonissima che mamma continua a raccontarmi ricordando lo scontro tra lei e mio nonno che non ho mai conosciuto) per avermi regalato emozioni. Per me fravecatore è una poesia di Viviani, ma mi ricorda il sudore di papà che si è sempre barcamenato per non farci mancare niente, vista la mia stazza ci servivano tante cose! Il gelsomino per me non è un fiore ma un angelo, Gelsomina, mia nonna che continuo ad amare. Ritengo e non da ora che la parmigiana di melanzane sia l’ottava meraviglia del  mondo e la vera prova d’amore, Mammà e Paola non me la fanno mai mancare e quando per ragioni che non hanno ragioni manca, c’è la mia gnora che provvede! Ho sempre sognato la Juve Stabia in serie B e nonostante i risultati lo spero ancora! Amo i dischi in vinile anche se non ho più il giradischi, se qualcuno ne possiede uno, da buttare, casa mia è pronta ad accoglierlo a braccia aperte! Ho sempre amato la montagna, la campagna e guardato con incanto il cielo e il mare. Ha sempre vissuto il viaggio come una scoperta interiore anche se  la valigia sul letto è solo quella di un lungo viaggio perché sono un pirata, sono un signore! Quando sento la musica classica penso ad un ciabattino, al rumore delle semmmenzelle per mettere le suole alle scarpe e ai pomeriggi d’inverno con la pioggia a Liveri, a sentire colpi di martello e la Traviata, penso a nonno Antonio. Quando sento scorrere l’acqua penso al bene comune e alle 28 sorgenti della mia Castellammare che viaggia su navi gigantesche costruite nella Stalingrado del sud. Quando sento parlare Angelina la Merkel, mi viene in mente l’emigrazione, il lavoro che non c’è, penso a Krefeld dove sono nato e che non vedo da 37 lunghi anni! Quaranntanni una vita intensa, una vita vissuta che sento dentro e fuori. Una vita di ricordi belli e brutti, una vita appunto. Ho sempre frequentato quelli più grandi di me. Ho sempre visto nella saggezza dei capelli bianchi, fin da adolescente, quel colore da seguire. Oggi si parla di rottamazione e lo fanno quella della mia età. Al contrario ho sempre seguito, ieri e oggi, con attenzione, non per imitare, ma per apprendere, le parole chi era più grande e saggio di me. Sono sempre stato curioso nella vita, ho sempre visto l’esperienza come un dono che gli altri mettevano a mio servizio, per farmi crescere, per aiutarmi a guardare il mondo. Questo da sempre, fin dai miei primi passi.  Oggi è un giorno come tanti, non amo festeggiare, non amo spegnere le candeline e non per un vezzo, festeggio il mio non compleanno ogni giorno come in “Alice nel paese delle meraviglie”. Sì, perché pur essendo sempre stato grande, vivo la sindrome di Peter Pan e non come voglia di non crescere. Non è una dicotomia rispetto a ciò che ho detto prima e a ciò che affermano gli studiosi. Sono un po’ curioso, strano e ho dato una mia versione a questa sindrome: Peter Pan secondo Tonino Scala. Proprio in questi giorni sto rileggendo il primo libro di James Matthew Barrie, Peter Pan nei Giardini di Kensinton. Per me il non voler crescere rispetto al mondo che mi circonda non è un male. Dove per crescere a mio modesto avviso, significa adattarsi. La mia prof. d’italiano al liceo diceva sempre Scala non scoprire il mondo! Questa sua frase era un modo per dire non adeguarti al mondo che ti circonda, non adeguarti al sistema. Quarantanni tutto azzeccato o azzeccati, con tanta voglia di dire, di fare, di baciare o testamento e con la voglia di credere che sia ancora possibile. Cosa? Tante cose! Mi auguro di poter festeggiare i miei primi 41,42,43 etc anni, almeno spero, e di avere la stessa sindrome, quella di Peter Pan secondo Tonino Scala, nel frattempo auguro a tutti voi una buona vita… a tutti s’intende!

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4 Commenti

  1. ancora auguri Tonino, come sempre quando ti leggo vorrei non finisse mai il tuo racconto, come quando sono rimasta folgorata da BUONA FINE E BUON PRINCIPIO il più bello dei libri che hai scritto, secondo me ( ma non di quelli che ancora scriverai!). quete tue parole mi commuovono, mi emozionano, qui dentro c’è la persona speciale e nello stesso tempo semplice che ho avuto la fortuna di conoscere, che tanti stimano amano, ma anche no! perchè tu sei così, onestà, passione sincerità, la faccia pulita della politica. questi tuoi primi splendidi quarant’anni spero che siano solo la preparazione al meglio che ancora deve venire!

    • MArcè ti ringrazio sei sempre affettusa in tutto ciò che scrivi quando si tratta della miaa persona. Sono cose che fanno bene al cuore! Grazie ancora un abbraccio e a presto e …buon principio siempre!

  2. * “I miei primi quaranta anni” fu un best seller, di qualche anno fa, di Marina Lante della Rovere. Ma che differenza con questo “bilancio” dei 40 anni di Tonino Scala, politico appassionato e valentissimo scrittore, ma, soprattutto, mio carissimo Amico…
    La nostra Amicizia non è da… “Quaquaraquà”, ma unione fra un quarantenne e un cinquantaseinne, un pò vecchi e un pò Peter Pan, un pò Romantici e un pò illusi. Ma veri, sinceri, autentici, in un mondo di “sepolcri imbiancati”.
    Uno slogan che potrebbe ben definire il duo Scala-Vittozzi, Autori di “Quella sporca dozzina”? Io e Te oltre l’orizzonte!
    Augurissimi, Tonì, tinti di Rosso con bordature d’Arcobaleno, Auguri Inter-Nazionali…

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