Il contrario della morte? L’amore

Qual’è l’ultima guerra? Per i figli del sud che si arruola l’ultima non è la seconda guerra mondiale, l’ultima è quella che noi vediamo in Tv e che chiamiamo “Missione di Pace”. Una pace che ha portato morte a tanti palazzi di un sud che non ha altro che fare se non entrare in guerra e metter  la divisa. Questa è la storia di Maria, protagonista di questo piccolo ma prezioso racconto di Roberto Saviano, che come in Gomorra mette in piedi una storia a metà fra romanzo e resoconto giornalistico. “Il Contrario della morte”, nato per far parte della collezione “I Corti di Carta”, ha avuto un inatteso successo all’estero, dove è stato tradotto in tre paesi, Germania (Hanser), Spagna (Debate), Francia (Robert Laffont), e ripubblicato in Italia nel 2010 nella raccolta di Autori Vari “Sei fuori posto”, Ed. Einaudi. Maria  diciassette anni, già vedova. Vedova prima di sposarsi. Maria che a differenza dei tanti ragazzi della suburra napoletana e casertana conosce l’Afganistan non per la robba buona, quella da fumare, quella che fa sballare, quella che ffa dimenticare le malepatenze. L’Afganistan per questa giovane ragazza che la guerra ha fatto diventare donna e vedeva ha un significato ben preciso: morte. La morte di un ragazzo, suo promesso sposo, dal nome Gaetano partito per una missione di pace e morto in una guerra senza fine. Gaetano, un nome comune da queste parti, metafora dei tanti Gennaro, Ciro, Giovanni che si arruolano per avere uno stipendio. Partono per guerra che è vista come una opportunità, quella di mettere da parte un po’ di danaro per sistemarsi e metter su famiglia. Bella la scrittura di Roberto Saviano che in queste pagine fa rivivere un mondo, una periferia abbandonata, dove il nero del lutto ha ancora un senso. Mi ricorda quella famosa canzone di Rino Gaetano Ad Esempio a me piace …:“…la donna nel nero nel lutto di sempre…”. Anche il partire a fare il soldato è frutto di una precarietà e di un sud dimenticato. Chi si arruola proviene quasi sempre da famiglie del sud Italia, dove la regola è il non lavoro, dove il posto statale ancora è il sogno nel cassetto e vuol dire famiglia. Al nord i giovani non si arruolano perchè trovano più facilmente lavoro e al militare preferiscono altre cose, a fare il cameriere si guadagna sempre di più e si rischia meno! Anche se un racconto, Il contrario della morte è un libro denuncia sul sud e sui suoi mali, un libnro di denuncia sulla guerra e su un sud  in guerra, su un sud che decide non per scelta ma per necessità di andare in guerra e di scappare da un paese in  guerra. Una guerra che porta via i ragazzi del sud dai loro affetti. Giovani che spesso decidono di arruolarsi per necessità, per avere uno stipendio che al nord si può ottenere con un lavoro normale e che al sud spesso si deve barattare con la vita, magari proprio su un carrarmato di pattuglia a Kabul. Ma “Il contrario della morte” non è solo Afganistan, Kabul, Irak, Libano, Bosnia e Sarajevo. Il contrario della morte non è solo una storia di guerra, di bombe, di uranio impoverito, di un sud che suda ed ha freddo e paura. Il contrario della morte è anche amore, soprattutto amore e ci ricorda quello che Sergio Bruni il poeta di Villaricca diceva alla sua Carmela: l’ammore è ‘o cuntrario da’ morte!

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