Jambo dove sei.
Jambo Jet mitico gelato degli anni 80. Della Motta, della Alemagna non ricordo, ma che importa!
Cuore di panna, vestito di ghiaccio alle fragole, anima di amarena, forma di razzo. Ti voglio, ti voglio gustare, ti voglio leccare. Voglio avere le labbra e la faccia sporche di te.
Quanti ricordi! Eri il premio. Si il premio dopo il riposino al ritorno dal mare, dalla sabbia infuocata quella che ti ustionava, dopo cinque pagine del libro delle vacanze. Costavi 300 lire e chi so’ scorde!
Ti gustavo di nascosto dietro il vicoletto, sul muretto dei binari del treno, per paura che qualcuno mi chiedesse un morso. Eri tutto mio e ti dovevo gustare. Ogni centimetro di ghiaccio, ogni grammo di panna e coloranti, ogni pezzetto di amarena che restava tra i denti.
Mi manchi e con te mi mancano quei giorni, quelle ore immense ed intense, che non passavano mai. I pomeriggi fuori al balcone a studiare, a giocare con le palle da tennis, le canzoni alla radio, le sagre paesane. Mi mancano le giornate al mare, le partite di pallone, le spighe bollite ricche di sale, sale, sale, sale. Le donne con le sedie di paglia che dalla strada controllavano i figli e le case, i loro inciuci, i loro prendisole a fiorellini colorati, le mutande bianche, le gambe gonfie.
Jambo Jet dove sei, perché non torni …
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