Il dolore più immane che si possa vivere, la perdita di un figlio, di un compagno, di un fratello condiviso pubblicamente in un articolo di giornale, in un libro o in una dedica di una vittoria…
Forse per sentirsi meno soli o forse perché davvero ci sono vuoti che trovano comunque un senso.
E’ molto commovente la lettera di Davide Nicola, allenatore del Crotone Calcio, salvatosi dalla retrocessione in Serie B all’ultima partita, al figlio Alessandro, morto a 14 anni, nel 2014, mentre andava in bicicletta, schiacciato da un autobus a pochi metri da casa; è molto toccante la lettera di Jackie, la fidanzata del motociclista Nicky Hayden, morto dopo essere stato investito da un’auto mentre andava in bicicletta; è molto toccante il ricordo di Marco Scarponi al funerale del fratello Michele, valente ciclista…
E’ molto duro il libro di Antonella Leardi sulla vicenda che ha visto suo figlio Ciro morire per mano di un Ultras (neo-fascista) della Roma!
Costoro hanno esternato le loro parole, le loro lacrime, le loro emozioni: un’eredità etica, facendo della memoria un impegno.
Consci di tutto ciò, una delegazione degli Inter Club della Campania (Napoli, Portici “22 Maggio”, “Giugliano Nerazzurra”, Acerra, “Cava Nerazzurra” e Salerno), guidata dalla Coordinatrice Regionale Adriana de Leva, sabato 10 giugno si è incontrata con Antonella Leardi nella sede dell’Associazione “Ciro Vive” in Via della Resistenza n.1 a Scampia, una Onlus fondata in ricordo del figlio Ciro Esposito e delle vittime della violenza sportiva.
Dalla triste, illogica, incomprensibile morte di Ciro, Antonella ha finalizzato la sua personale vita familiare nel quotidiano impegno nell’Associazione “Ciro Vive”, la cui sede, a suo dire, deve “rappresentare un punto di aggregazione, un luogo aperto a tutte le iniziative a fin di bene e di sostegno”.
L’incontro è stato informale, amichevole, conoscitivo, con Antonella a rispondere a tutte le domande postele e il marito Giovanni a scattare foto e distribuire caffè nero bollente.
Oltre novanta minuti volati via senza che nessuno dei presenti se ne rendesse conto…
Momenti di autentica emozione quando Antonella ha raccontato il periodo del ricovero all’ospedale di Ciro dopo i colpi di pistola sparati dall’assassino romanista; momenti di profonda dolcezza quando raccontava aspetti di suo figlio Ciro; momenti di sincera condivisione negli spontanei interventi dei presenti.
Al termine la promessa dei rispettivi club di copiare l’idea del Coordinamento Campano e dell’Inter Club “22 Maggio” di richiedere ai rispettivi comuni la valutazione di intitolazione stradale alle “Vittime della violenza negli stadi”; suddetta iniziativa social-sportiva fungerebbe da stimolo alle coscienze morali di tutti i cittadini e, cosa non da sottovalutare, non costerebbe nulla alle casse comunali…
Leave a Reply