Non si cambia la classe politica se non si cambia il suo popolo

Non si cambia la classe politica se non si cambia il suo popolo. Le parole di Michele Serra questa mattina sul quotidiano Repubblica devono farci riflettere. Mai parole furono così sagge, mai parole furono così vere. La classe politica, la casta va cambiata, cancella ta, ma come? La classe politica è direttamente proporzionale al suo popolo che la elegge. Voi direte ma c’è la lista bloccata bisogna cambiare la legge elettorale. Questo è vero per la Camera e per il Senato della Repubblica, ma per le altre elezioni? Per le altre competizioni elettorali? Non ci dimentichiamo il sistema per eleggere comuni, circoscrizioni, regioni. In quei contesti l’elettore sceglie non mettendo la croce, ma scrivendo il nome ed il cognome. In quelle assemblee c’è il meglio della nostra società? No, anzi. La democrazia è una cosa bella e difficile, ma se la democrazia è malata non si può pensare tout court di eliminare solo ed esclusivamente una classe dirigente che andrebbe cancellata, messa in quarantena per i disastri che ha prodotto.  Serve ricostruire la democrazia e per farlo dobbiamo provare a cambiare il suo popolo ovvero noi.

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4 Commenti

  1. non ho avuto modo di leggere questo articolo di Serra, ma se è un pistolotto sul fatto che ognuno ha il governo o la classe politica che si merita, non mi sembra il massimo dello sforzo riflessivo. Lo trovo on line?
    Serra dovrebbe riflettere su che tipo di giornale è Repubblica, il quotidiano fondato dal miliardario narcisista confesso Scalfari, ad esempio. Su quali lettori ed elettori ha formato in questi anni. Riporto qui, sottoscrivendole, le affermazioni di un noto filosofo torinese (non è Vattimo) che ho l’onore di conoscere personalmente: “La Repubblica ed il suo laicismo azionista al servizio delle oligarchie bancarie ha sciaguratamente forgiato un’intera generazione di semicolti subalterni, maggioritari in quella patetica nicchia sociale dei laureati recenti, dei prof di scuola secondaria e dei ceti universitari autoreferenziali, di fronte a cui le plebi di Padre Pio appaiano per contrasto un gruppo di pensosi intellettuali illuministi”.

  2. Aggiungo ancora per chiarire meglio; non vorrei che fraintendessero le categorie citate:
    La Repubblica è il quotidiano che in Italia ha formato la mentalità del nuovo ceto medio colto di sinistra; il giornale di Scalfari ha avuto la funzione di traghettare la generazione di sinistra italiana degli anni Sessanta e Settanta, verso una progressiva acculturazione funzionale al capitalismo globalizzato; La Repubblica è stata a tutti gli effetti L’Unità del nuovo ceto medio di sinistra, e ne ha influenzato la mentalità, i comportamenti di costume, politici ed elettorali.

  3. Spesso tu dici che la democrazia è una cosa bella e difficile, secondo me perchè non c’è onestà intellettuale e morale delle persone. Ora non so se dipende dal popolo, ma sta di fatto che sono pochissimi quelli che una volta arrivati ai posti di potere restano persone perbene, e se fosse una specie di virus che li contagia a rubare? secondo me la gente nasce disonesta e non prova ribrezzo, vergogna, per aver rubato a tutti noi, che paghiamo le tasse! ma la cosa che mi lascia perplesso è che a questa gente non gli fai nulla, cadono sempre in piedi!che schifo

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