“Cinque anni fa ci siamo assunti l’impegno di ricordare Petru Birladeanu quotidianamente, riscattandolo così da quella indifferenza che, invece, aveva accompagnato i suoi ultimi attimi di vita” ha affermato la dinamica Maria Teresa Nicastro, Dottoressa in Legge, Referente del Presidio Vomero-Arenella di Libera, l’associazione fondata da don Luigi Ciotti.
Ora la stazione di Napoli Montesanto dell’ex Cumana è intitolata allo sfortunato musicista rumeno, come ricorda la targa affissa all’entrata; ogni anno l’attivo Presidio di Libera ricorda Petru con una manifestazione semplice, significativa, popolare, dopo la raccolta di firme, andata a buon fine anche grazie alla sensibilità del Presidente dell’EAV, Umberto de Gregorio, in accordo con l’Assessorato all’Istruzione, Politiche Sociali e Sport della Regione Campania.
Come si racconta una morte? E una morte tragica? E una morte “per sbaglio”? E una morte di cui si vuol perdere la memoria?
Sono trascorsi, oramai, ben dieci anni da quel “maledetto” 26 maggio 2009…
Petru Birladeanu è un trentatreenne di nazionalità romena che suona l’organetto-fisarmonica nella stazione di Montesanto della Cumana (la fusione dell’EAV sarebbe avvenuta anni dopo); accanto a lui la moglie Mirela che raccoglie l’obolo dei passeggeri meno distratti e più generosi. Han lasciato la Romania dove lui era un calciatore, il centravanti del Poli Iasi, la Serie A Romena.
E’ martedì 26 maggio, quasi sera, fa già caldo. C’è ancora gente per strada. I bar vendono bibite più o meno fredde per fronteggiare l’arsura. C’è chi si affretta per prendere il treno della Cumana e chi per quello della Circumflegrea, chi la metropolitana e chi la funicolare. C’è chi entra o esce dalla accogliente Chiesa di Piazza Montesanto per una fugace visita alla Vergine: d’altronde è il suo mese…
Siamo nel centro di Napoli dove pullulano botteghe di ogni genere ed anche i ciottoli hanno una loro storia che gronda allegria e amarezza, frustrazioni e speranze.
Improvvisamente un commando di otto persone su quattro motociclette attraversa contromano via Pignasecca fino alla piazzetta della stazione. Sono sicari e sparano colpi a raffica in aria. E’ uno show, purtroppo già visto in altre zone della città, per il controllo del territorio.
Viene ferito alla spalla un ragazzo di quattordici anni e Petru, in due parti del colpo: alla gamba e al torace. Il fisarmonicista cerca riparo all’interno della stazione, insieme alla moglie. Dopo una prima caduta, rialzatosi, Petru ricade e lì rimane, vicino ai tornelli. La moglie invoca aiuto, la gente guarda, qualcuno fa fotografie… Rimane lì, muore dissanguato!
Era venuto in Italia per vivere in pace; l’ha trovata, solo che è quella Eterna…
Alla presenza del Presidente dell’EAV Umberto de Gregorio, dell’Assessore Comunale Alessandra Clemente, dell’Assessore Municipale Marcello Cadavero, del Referente di Libera-Campania Fabio Giuliani, di Francesco Clemente della Fondazione Silvia Ruotolo, del Presidente della Federconsumatori di Napoli Rosario Stornaiuolo, del Presidente della Fondazione Polis don Tonino Palmese, dell’Architetto Antonella Palmieri, si è svolta giovedì 18 luglio l’annunciata nuova collocazione, al primo piano, della stazione di Napoli Montesanto della fisarmonica di Petru, con la partecipazione di lavoratori dell’EAV, di militanti di Libera, di viaggiatori in attesa del treno.
Nel corso dell’iniziativa il cantautore Roberto Ormanni, accompagnato dal trombettista Enrico Valanzuolo, ha omaggiato Petru con una canzone a lui dedicata.
I lavoratori dell’EAV hanno esternato la loro partecipazione con uno scritto di Tonino Scala, declamato da Emilio Vittozzi, accompagnato dalla chitarra di Mariano Finizio. Entrambi esivivano un fregio multicolore sulla guancia sinistra assai significativo.
Da segnalare il Sindacato OR.S.A. ha donato un proprio “kit sociale” agli Operatori della Stampa & Addetti ai lavori, contenente, fra l’altro, anche una copia del libro “Quella sporca dozzina” di Tonino Scala ed Emilio Vittozzi e una spillina a forma di cuore rossa; l’Associazione “Gaetano Marzano & Friends”, infine, cappellini (tipo baseball) a tutti i presenti.
Tutto ciò per un momento di memoria collettiva e di impegno nella lotta contro le mafie: nonostante la non felicissima data prescelta (18 luglio) e l’orario (10), il primo piano della Stazione “Petru Birladeanu” era affollatissimo per l’occasione. Il sole picchiava, il caldo era asfissiante, ma tutti, sottolineo tutti, erano bel lieti di essere presenti ad ascoltare la storia di Petru, a parole e in musica.
Servizio Redazionale
Foto di Ferdinando Kaiser
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