di Tonino Scala
Giorgio e Mario sono sul divano. Guardano la tv. Le immagini della guerra entrano in casa.
– Papà perché stanno facendo la guerra?
Dice Mario incuriosito.
– Non lo so.
Giorgio fa spallucce continuando a guardare le immagini in tv. Ha gli occhi gelidi l’uomo. Son senza espressione.
– Come non lo so? Tu sai sempre tutto!
Per i figli i genitori sono una certezza. Loro sanno, devono sapere tutto.
– In questo caso non lo so. Non trovo le giuste parole.
L’uomo, Giorgio, continua a non dire. D’altronde come si fa a spiegare la guerra ad un bambino? A dire il vero non solo ad un bambino.
– E chi ha ragione?
Insiste Mario. L’innocenza dei bambini… In tutte le cose, per loro, c’è sempre chi ha ragione e chi torto. Ma la vita è molto, molto più complessa.
– Non lo so. Anzi, non importa.
Il padre con lo sguardo assente continua a non dire nulla, pur dicendo tante cose non dicendo nulla.
– Non lo so, non importa? Non me la conti giusta. Perché non me lo vuoi dire?
Per i figli i genitori sanno tutto, se non parlano non vogliono dire. Anche per Mario, che ha soli 9 anni, è così.
– Veramente non lo so. Non so come possa un uomo uccidere altri uomini come se nulla fosse. Per questo non lo so. E non importa chi ha ragione, quando si uccide non è mai importante capire le ragioni.
Non contento di questa risposta, Mario continua ad incalzare.
– E chi vincerà questa guerra?
L’uomo, ci pensa una frazione di secondo poi…
– Non so chi vincerà, ma so bene chi perderà: tutti. Quando un uomo si arma per uccidere un altro uomo, abbiamo perso tutti.
Con lo sguardo perplesso il ragazzo, non convinto, risponde:
– Papà non c’ho capito niente, ma di te mi fido.
Giorgio abbraccia Mario. Gli occhi stavolta si fanno lucidi. Il bambino se ne accorge e stringe più forte il padre.
La tv, intanto, vomita immagini di distruzioni, di devastazioni, di desolazione, di morte. Quei fotogrammi continuano ad entrare non solo in casa.
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