La Kriptonite nella borsa: Peppino, Superman e gli anni ’70

Amo gli anni 70. Amo i gruppi musicali, le canzoni, quei sentimenti, quell’atmosfera e per questo ho deciso di leggere la Kriptonite nella borsa di Ivan Cotroneo. L’ho letto in treno, in un viaggio, ahimè, non per motivi di piacere a Firenze. Freccia rossa andata e ritorno, 7 ore di viaggio più due di attesa  ed ecco una recensione di un libro bello e romantico. Una Napoli che ricordo anche se sono nato negli anni settanta, quegli anni non li ho vissuti direttamente, mi sono arrivati grazie ai grandi che ho sempre frequentato ed anche grazie al fatto, questo si sa, che in periferia gli anni arrivano in ritardo, arrivano sempre dopo!!! La Kriptonite nella borsa può essere definito un vero e proprio viaggio in una Napoli Anni Settanta un po’ sui generis. Una lettura gradevole e ricca, Ivan Cotroneo con questo libro crea una nuova lingua semplice, accessibile a tutti e simpatica. Il libro parla delle  avventure e disavventure di una simpatica,sconclusionata e sgarrupata famiglia napoletana. Una vera e propria fiaba moderna ironica, acuta e tagliente. Uno sguardo molto particolare sul modo di vivere e percepire “le diversità”. In questo libro c’è il disincanto della fanciullezza, quella di Peppino un bambino di 7 anni del suo amico Gennaro che si sente Superman e dopo la sua morte diventa l’amico immaginario il suo angelo custode. Peppino è un ragazzo napoletano intelligente ed impacciato ed è il vero protagonista del libro. Una lettura piacevole, a metà tra il riso e l’amarezza. Una famiglia con le sue contraddizioni, le sue liti, la sua falsa morale, i tradimenti, gli inciuci insomma una famiglia vera, una famiglia che soffre, che litiga, che piange. Una famiglia vista con gli occhi di un bambino, il mondo visto con gli occhi di un bambino. Peppino ha un animo sensibile, è intelligente, timido, indossa un paio di occhiali “arrepezzati con lo scotch”, che lo fanno sembrare anche tanto buffo e gli danno un volto innocente in un mondo di bulli.  Un mondo che  appare bello nonostante tutto, non perché c’è Superman che risolve i problemi, ma perché il supereroe di Peppino è l’unico normale in un mondo che già negli anni 70 andava in un certo modo. Un supereroe che di fronte all’ingiustizia, di fronte ad un atto di bullismo si sofferma con Peppino e dice non poter intervenire, da ragione al ragazzo e il solo dire  “hai ragione “è da considerare un gesto eroico in questo mondo e questo basta per Superman e per Peppino! Una favola che ci lascia una amara ironia e ci fa sognare. E poi devo essere sincero da piccolo sono stato anche io Peppino!!!

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1 Commento

  1. Ci sono ancora tanti Peppino nella napoli tormentata di oggi,di sempre……Con gli occhiali rattoppati e anche i sentimenti tenuti con lo scotch che vivono in famiglie piene di contraddizioni,tra sacrifici e rinunce,falsi moralismi e verità taciute….Non esiste una famiglia perfetta,un mondo perfetto,un ragazzo perfetto tra i Peppini,i Superman e gli eroi che hanno il cuore timoroso….E’ la Napoli che amiamo che si ritrova anche ad ogni angolo di mondo…..La Napoli delle scogliere e delle onde infrante,della delinquenza e dell’amore…..Un brivido corre per la schiena…..Nessun eroe mai cambierà il mondo,nessun Nobel mitigherà i destini…ma andiamo avanti lottando per una giustizia che non dica solo “hai ragione”ma faccia trionfare il bene pur tra i limiti della nostra condizione umana…..

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