La GORI da un po’ di tempo sta mettendo in atto una politica di distacchi indiscriminati di utenze , da parte di alcuni dipendenti che si introducono nelle proprietà private di cittadini ignari,privandoli dell’acqua. Non possiamo che essere preoccupati per quanto sta accadendo , stiamo parlando del bene vitale per eccellenza , associato anche nella mente all’idea stessa di vita. Un bene, che non può essere mercificato, in quanto appartiene ai diritti inviolabili dell’uomo tutelati dall’articolo 2 della Costituzione della nostra Repubblica, come sancito in una sentenza del tribunale di Castrovillari del 29 novembre 2010 :“La somministrazione dei servizi essenziali è volta a soddisfare i bisogni primari aventi fondamento costituzionale nella tutela di diritti inviolabili come il diritto all’acqua potabile”. Il Tribunale, inoltre, sancì ilprincipio per cui la morosità dell’utente non è ragione sufficiente a soddisfare la sospensione della fornitura di un bene primario come l’acqua. I tagli alla fornitura furono quindi dichiarati illegittimi. Vincenzo Guadagno, presidente pro tempore dell’associazione “Città viva”, ha inoltre sottolineato, in una sua lettera all’AD Gori Giovanni Paolo Marati, un altro punto degno di riflessione . Scrive Guadagno :”Adifferenza di quanto avviene anche in paesi meno sviluppatidel nostro, si distaccano le utenze tout court senza assicurare una minima fornitura per la sopravvivenza così come stabilito dalla commissione mondiale della sanità, in circa 50 litri pro capite. Basterebbe un semplice riduttore di flusso allo scopo, ma la volontà che emerge da questi comportamenti è a nostro avviso chiara: IL PROFITTO PRIMA DI TUTTO, ANCHE PRIMA DELLA VITA STESSA. SE NON PAGHI PUOI ANCHE MORIRE. ” Questo avviene nel mentre la Regione con un accordo bipartisan lottizza la Gori e si appresta ad approvare con un percorso accelerato ad anomalo la legge sul riordino del servizio idrico integrato in Campania (https://www.toninoscala.it/?p=3270). Di fronte al silenzio di Caldoro ad una richiesta da parte del Coordinamento Campano per la gestione pubblica dell’acqua di un incontro , quest’ultimo lunedì 10 marzo ha tenuto una conferenza stampa davanti Palazzo S.Lucia, per chiedere il rispetto del risultato del Referendum del 2011. La situazione è davvero preoccupante e non può essere altrimenti quanto vengono in questo modo calpestati i diritti fondamentali della persona e la volontà dei cittadini , ma è certo che la nostra battaglia sulla gestione pubblica dell’acqua continuerà più forte di prima.
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