Ad esempio a me piace la strada col verde bruciato, magari sul tardi macchie più scure senza rugiada coi fichi d’India e le spine dei cardi … Ma come fare non so. Si devo dirlo ma a chi se mai qualcuno capirà sarà senz’altro un altro come me…”. Si apre con un omaggio a Rino Gaetano il nuovo lavoro editoriale di Tonino Scala: “La valigia di cartone. Il Sud dall’Unità d’Italia al federalismo fiscale”. Una riflessione a tutto tondo su quello che è stato è che è il Sud di questo paese. Una terra baciata dal sole che non è un luogo astratto, ma un luogo dell’anima. Un luogo fatto da quelle strade arse dal sole nei pomeriggi di agosto. Quelle strade che pullulano di voci ad ogni ora del giorno e della notte. È il rumore delle onde del mare in una notte di temporale. È qualcosa che solo chi è nato da queste parti può comprendere realmente. È qualcosa che si porta dentro e accompagna per tutta la vita. “Sono un figlio di questa terra, – si legge nella prefazione – figlio di un sogno, quello di mio padre partito con la sua valigia di cartone alla volta della Germania. Tornato dopo anni (luntan a Napule nun se po stà) con moglie e figli in una terra che non è cambiata”. In tempi di Lega e federalismo “La valigia di cartone” rappresenta il tentativo di ritornare a parlare in modo serio di questione meridionale e di cultura della integrazione. “In tanti – commenta l’autore Tonino Scala – si stanno cimentando sull’importanza di mettere al centro dell’agire politico il Sud e il Mezzogiorno. C’è chi, nel centro destra, vuole farlo pensando ad un partito. C’è chi, nel centro sinistra, pensa ad un Sud con due “d”. Ma cosa è realmente questo Sud nessuno finora lo dice realmente. E neppure ci si sforza di comprendere quale, dall’unità d’Italia ad oggi, sia stato l’atteggiamento dei governi del Nord di fronte a questo nostro Sud. Que sto libro, senza alcune pretese, vuole anzitutto aprire una riflessione più ampia su questo tema senza rinchiuderlo nella diatriba “partito del sud” o “fondazione”. Questo libro, edito dalla casa editrice Satura, è frutto di un lavoro di analisi e di raccolta di dati che tenta di dimostrare che dall’unità d’Italia ad oggi i soldi, le ricchezze delle terre del Sud, sono servite a fare grande questo paese tutto. “Al meridione – scrive Scala- in questi lunghi anni è stato dato assistenzialismo mentre gli imprenditori del Nord venivano a costruire cattedrali nel deserto che a nulla sarebbero servite. Una filosofia e un modo di agire, che ha puntato a commissariare questi territori piuttosto che a governarli. E allora come in una grande famiglia, dove ognuno ha le sue diversità e le sue specificità, dovremmo tutti rimboccarci le maniche e metterci in carreggiata senza piangerci addosso ma sfruttando intelligenze, saperi e professionalità. In tempi di federalismo fiscale, in tempi in cui si lanciano proposte di test di dialetto per i professori che devono conoscere le tradizioni della regione in cui vogliono insegnare, in tempi dove l’integrazione e l’accoglienza sembrano termini desueti in nome di una finta richiesta di sicurezza, è giunto il momento di aprire un dibattito serio su questo tema. Una discussione vera sulla questione meridionale aprendo spazi e creando opportunità”.