Oggi sono più ricco… Cosa avete capito non ho svaligiato una banca o vinto al superenalotto, ma molto molto di più. Mi sono arricchito con le esperienze di alcuni ragazzi che ho incontrato questo pomeriggio. Chi segue il mio blog ricorderà che nel mese di dicembre con Francesco Gemito presidente dell’ Accademia Universum Campania, mi recai alla casa circondariale di Airola (BN) per regalare i miei ultimi libri ai ragazzi ospiti di questa struttura. Un Natale con i libri, questo l’intento, un gesto d’affetto, un impegno preso con gli educatori dopo aver ascoltato le poesie dei ragazzi della struttura in occasione della terza edizione del premio letterario “Le parole dell’anima” premio città di Casoria, che mi vide tra i premiati. La scorsa settimana a distanza di alcuni mesi arriva una chiamata da parte degli educatori: i ragazzi vogliono incontrarti per discutere dei libri. Oggi è arrivato il giorno, sempre con l’amico Francesco, mi sono recato nella provincia di Benevento. Varcare quel portone grande e scuro, passare da un cancello all’altro, vedere delle chiavi giganti che aprono delle porte di ferro, avere un contatto con ferro tanto ferro, al solo pensiero opprime l’anima, sono esperienze che ti segnano.
Non mi sarei mai aspetto un’accoglienza come quella di oggi. Non solo avevano letto i libri, ma erano curiosi e desiderosi di parlare. Sapete perché? Quelle sono le loro storie. Le loro storie di vita che ho provato a fotografare. Cambiano i luoghi, i nomi, ma sono storie che parlano, che descrivono i loro stati d’animo, le loro giornate. Songhe storie piccerelle che addeventano importante per citare Maria Nazionale. Quando scrivo e parlo di certi ambienti, conoscendoli, provo a non farlo con il piglio di chi si erge su di un piedistallo per giudicare, provo ad utilizzare una fotocamera per scrivere, provo a fotografare istanti, momenti particolari, belli, brutti, ma i loro momenti. La cosa che mi ha stupito è che questo messaggio è passato. Alcuni entravano nei particolari, alcuni non avevano mai letto un libro. Oggi vogliono altri libri che parlano di loro senza emettere giudizi. Chi non ha mai letto un mio libro di racconti, visto che ho scritto un bel po’ di libri sulla camorra, può pensare ad una sorta di esaltazione di certi piccoli boss di quartiere. Sgombriamo il campo, nei racconti la camorra c’è ma parlo di storie di vita di quartiere, di sentimenti, di rabbia, di ammore, com due m. La camorra c’è perché impossibile parlare di talune aree del mio paese e far finta di non vederla! La cosa che mi ha stupito è la passione che ho visto nei loro occhi parlando di un libro. Una gran bella cosa per me che scrivo provando a parlare delle storie che li vedono protagonisti, provando ad utilizzare il loro linguaggio, il loro slang, mettendo in risalto i loro amori, le loro debolezze, le loro incertezze, i loro vicoli, i loro sbagli. Sono particolarmente contento anche perché il discorso dal racconto è andato oltre. Abbiamo parlato di camorra, di pentiti, di stato ed antistato. Vi assicuro più parlavo e soprattutto ascoltavo e più mi rendevo conto che il dramma che vivono, non rendendosene conto, più che criminale è culturale. Hanno voluto parlare di “Un Calcio d’amore” anche delle scene più piccanti, poi dei racconti di “Sudditi racconti dal profondo sud”, hanno letto e lo si vedeva anche “Quaquaraquà uomini di camorra”, ma volevano sviare il discorso, comprenderete il perché. Lo so ho fatto una forzatura ho spostato più volte il tiro su questo argomento provocando ed accettando provocazioni. Alla fine mi hanno arricchito, mi hanno dato tanto e li ringrazio. Le strutture carcerarie, soprattutto quelle che hanno a che fare con i minori, o con maggiorenni che hanno commesso reati da minorenni, non possono andare avanti solo con la buona volontà di chi ci lavora. Senza solde nun se cantene messe dicono dalle mie parti! Servono più educatori, più strumenti per coloro i quali hanno fatto del lavoro a contatto con quei ragazzi, una scelta di vita. Le carceri oggi sono diventate delle vere e proprie discariche sociali e non dei luoghi dove è possibile una riabilitazione. C’è tanto da fare, tanto si può e si deve fare. Oggi mi sono arricchito ed ho capito che si può solo catturare il corpo, lo spirito no! Questo ultimo deve essere sempre coltivato perché possa essere il tramite di contatto con l’esterno. Grazie mille ragazzi di vita.
Quei ragazzi fanno parte del mio passato. Avendo molti parenti in carcere ho imparato a scrivere, leggere, sopratutto sperare. Dio non ha creato il carcere, ha creato la terra, ci ha dato tutto gratis, anche il perdono. Mi domando sempre la stessa cosa, perchè se la legge è uguale per tutti, in carcere non ci finisce anche colui che dovrebbe essere l’esempio? Caro Tonino, quei ragazzi che ieri abbiamo incontrato sono i miei figli, fratelli, amici, sono un pezzo della mia vita. La mia rabbia lo trasformata in amore, loro non ci riescono, li voglio aiutare a capire, perchè anche loro sono parte di questa società, hanno il diritto di essere aiutati e sopratutto hanno il diritto che una volta liberi devono trovare una speranza per poter campare onestamente. Abbiamo iniziato un bel ministero, non fermiamoci, hai detto bene, la vera ricchezza è l’amore che si prova per chi crede che il mondo sia tutto sbagliato.
E interesant un sarut mai mic intai parca am fi in raclema de la orange,daca azi acceptam un sarut mic generatia de maine va accepta mai mult,Ce lasi Generatiei din urma ta?Cred ca ar trebui sa dureze cat mai putin aceasta relatie, pentru ca de cunoscut un om nu o sa-l cunosti nici o data.Omul este intro contiuna schimbare ,nu stiu de ce marea majoritate intelegem ca trebuie sa cunoastem noi,ca trebuie sa alegem noi,ca noi suntem acei ce conducem, si cu Dumnezeu cum ramane?Daca noi facem totulDumnezeu ce mai are de facut?(nu vreau sa credeti ca trebuie sa fim naivi)Esecul apare tocmai din aceasta cauza ca privim gresit lucrurile,casatoria este o investitie contiuna in cel de langa noi nu este o intrare intrun loc unde nu mai faci nimic doar primesti.Cred ca ar trebui sa facem diferenta intre prietenie si logodna,cred ca ne lipseste relatia cu Dumnezeu ,ne lipseste calauzire si atunci incepem sa ne facem HAINE CA ADAM SI EVA dupa ce au pacatuit.Ne facem noi cum am mai auzit ,cum am mai vazut pe la alti si mai multne temem sa-l Facem sfetnic pe Dumnezeu.O pritenie = sinceritate si atentieo casatorie= tot ce doresti tie sa ti se faca, trebuie sa faciNoi le inversm,noi cautam perfectiunea,credem ca totul o sa fie roz,nu este asa, este o jertfire contiuna ,un ogor care daca nu-l lucri cresc spini.Sa nu cumva sa lucram ogorul altcuiva inainte de vreme!
Francè l’esperienza di ieri è stata importante, mi ha formato, quei volti hanno bisogno dei nostri occhi, hanno bisogno di speranza.
Bella l’idea dello sfondo e del stonofotdo musicale( chi suona?), complimenti ai ragazzi che sanno dire senza tanti fronzoli cose vere! complimenti a tutta l’equipe tempi moderni , Dimenticavo! l’uomo ha due grandi bisogni ; il bisogno di casa e il bisogno di avventura! Ciao un abbraccio a tutti Miriam
* Se mi sarà consentito, sarei ben contento, onorato di accompagnarTi a consegnare alcune copie di “Quella sporca dozzina”… Sarà un’esperienza formativa, costruttiva, nuova, per me…
e DATE LORO UNA SPERANZA,UNO SGUARDO D’AMORE,UNA PACCA SULLA SPALLA,TANTI LIBRI PER POTER PARLARE,PER POTERLI LIBERARE DENTRO E LA SPERANZA DI UN DOMANI SENZA SBARRE E CON LA DIGNITà DI UOMINI…..BRAVI PER QUELLO CHE STATE FACENDO……………
Chapeau!
Tomaso capisco la tua clesta ma non la comprendo per una ragione semplice: quando leggo un autore, per dire che la sua poesia mi piace e mi sconvolge, non mi serve sapere se ha vissuto a Singapore o Cina, e nemmeno se e8 vivo o morto.Quell’autore lo leggo perche8 mi preme scoprire la sua poetica attraverso i miei occhi pif9 di ogni altra cosa.Che poi dopo aver letto e apprezzato io voglia approfondire di pif9 la sua poetica questo e8 un altro conto.Io comprendo che oggigiorno vogliamo affermare continuamente la nostra individualite0, ma questo non toglie che noi possiamo fare molto di pif9 per essa.Io come individuo, definisco molto di pif9 il mio lavoro di scrittore se percepisco un voto nell’anonimato della mia persona, che quando tutti sanno come scrivo, quello che si aspettano dalla mia scrittura e cosec via.Qui si denuncia soprattutto un malessere di fondo della scrittura e della messa in scena di essa: non vi e8 pif9 ormai limite alla pubblicazione. Vengono spesso fatte anche a pagamento e agli editori questo fa comodo, perche8 tanto vengono comprate le copie dall’autore e l’editore, giustamente non fallisce. Vengono quindi pubblicati spesso libri illeggibili e immondi, pieni di autoreferenzialite0 innaturali e incomprese.Perche8 quindi non mettere una votazione per tutti gli autori che arrivano all’editore e quindi mettere il lettore subito di fronte ad una clesta dell’autore?Cosec l’editore avre0 sicuramente le sue copie pubblicate, l’autore verre0 letto (che poi scelga o meno di schiaffarci la sua faccia in copertina una volta pubblicato, ci interessa poco), e soprattutto il lettore sare0 soddisfatto, che per un autore SERIO e8 la cosa pif9 importante.Gli autori e8 vero scrivono principalmente per se stessi, perche8 la scrittura e8 come un bisogno viscerale dell’Io di pronunciarsi, ma un autore serio e8 sempre alla ricerca del nuovo, senza compromettere la sua individualite0: ha sempre bisogno di arrivare ad un Io pif9 complesso e migliore.Quindi questo dovrebbe indicare una ricerca continua della scrittura, senza mettere in vetrina qualcosa di completamente inaccettabile.Perche8 quindi avere paura di una votazione?Perche8 avere paura di essere votati dai propri lettori e quindi che essi decidano la tua pubblicazione?La cosa sembra completamente un ossimoro per coloro che vogliono essere LETTI PERCHe8 AMANTI DELLA POESIA.Non confondiamo quindi l’anonimato con una serie di paure come- la perdita di coscienza dei propri scritti- il plagio (non sussiste come problema perche8 l’editore sa benissimo chi e8 l’autore e sa chi pubblichere0 a fine votazione)- addirittura perdita nel tempo della legittimite0 degli scritti (e8 l’autore che decide se proporre la propria faccia o la propria scrittura e basta) Il concorso che nell’anonimato si propone, spiega bene le fasi di come questa clesta avverrebbe, quindi leggiamo, scrutiamo e non confondiamo la reale svolta nel lavoro di autori ed editori Questo sarebbe un passo giusto verso la buona poesia, quella vera